01 Dicembre 2021
Fonte: lapresse.it
Nonostante la nuova celebrazione della democrazia diretta per il successo sul quesito sul due per mille tentata da Giuseppe Conte, il Movimento Cinque Stelle resta spaccato. Con un giallo che emerge anche proprio su questo punto. Iniziamo dai movimenti interni al Partito, ehm pardon, movimento pentastellato. Luigi Di Maio e Virginia Raggi sembrano sempre più vicini. Come riporta il Foglio, nei giorni scorsi il ministro degli Esteri ha “assunto” come consigliere per l’Expo Teodoro Fulgione, 47 anni, giornalista dell’Ansa in aspettativa, ma soprattutto portavoce di Raggi in Campidoglio per cinque anni. A lungo cronista parlamentare della prima agenzia di stampa italiana, Fulgione è stato il motore del comune di Roma.
Si tratta di un uomo molto vicino alla Raggi, nonché figura centrale dell'amministrazione pentastellata della capitale, in grado di tenere insieme tutte le varie correnti del M5s. Fulgione, spiega sempre il Foglio, seguirà la partita più tecnico-politica legata alla candidatura di Roma all’Expo 2030, punto portato avanti proprio dall'amministrazione Raggi durante gli ultimi anni del suo unico mandato al Campidoglio. Si tratta di un'ulteriore prova di un fatto che sembra chiaro da tempo: vale a dire l'unione di sensi tra Di Maio e Raggi. Molte voci hanno parlato di un possibile piano per arrivare a un cambio alla guida del M5s, le tensioni tra Di Maio e Conte non sono certo un mistero. E proprio la Raggi potrebbe essere il nome giusto per un ritorno al futuro del M5s in crisi di identità, magari allargando anche al fuoriuscito Alessandro Di Battista.
Intanto spunta un piccolo giallo sul quesito della votazione sul due per mille. Sul blog alla base grillina è stata posta la seguente domanda: "Approvi la proposta di richiedere l'accesso al finanziamento del 2x1000 e al finanziamento privato in regime fiscale agevolato mediante iscrizione al registro nazionale di cui al DL 143/2013?". Ma, come ha fatto anche notare il deputato di Fratelli d'Italia Walter Rizzetto (ex M5S) in un post su Facebook, "il DL 143/2013 non esiste". Esiste invece il DL 149/2013, riguardante l'"abolizione del finanziamento pubblico diretto, disposizioni per la trasparenza e la democrazia dei partiti e disciplina della contribuzione volontaria e della contribuzione indiretta in loro favore". Parrebbe dunque che il quesito sia stato sbagliato. La svista non è passata inosservata e rimbalza nelle chat interne dei parlamentari: "E' un episodio di grave
sciatteria, l' ennesimo dopo il caso Rai. Chissà quali saranno le conseguenze", commento fuori registro un eletto pentastellato.
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