29 Novembre 2021
Fonte: LaPresse
Il ministro degli Esteri Luigi Di Maio, ex leader del Movimento 5 Stelle, spesso si è dimostrato l'opposto di quello che diceva di essere prima del 2018. Non è infatti la prima volta che Di Maio prende le distanze con il suo passato da rivoluzionario e stavolta, dopo il Trattato del Quirinale si è addirittura schierato dalla parte di Macron.
Il ministro degli Esteri ha pubblicamente dichiarato di essere pentito di alcune affermazioni e prese di posizione fatte in passato. Sempre dalla parte del popolo, Di Maio si schierò con i "gilet gialli", un movimento di protesta francese che sfilava contro il presidente della Repubblica Emmanuel Macron. Sarà la responsabilità, sarà il peso della sua carica istituzionale, ma Di Maio sembra aver fatto un vero e proprio mea culpa per ciò che ha detto in passato. Il ministro ha infatti affermato che adesso voterebbe Macron. Lo stesso Macron, che anni fa, a detto di Di Maio, faceva gli interessi delle lobby piuttosto che gli interessi del popolo. Ebbene, Di maio ha dichiarato questo ed altro durante la festa del quotidiano Il Foglio.
Il nostro ministro degli Esteri non ha parlato solo del suo passato, delle sue posizioni riguardo i vari leader o del suo modo di concepire la politica come res publica. Di Maio ha anche parlato delle prossime elezioni politiche spiegando la linea pentstellata. Nel suo intervento, il ministro ha annunciato che: "il M5S se avrà la forza di uno scatto di reni sicuramente avrà anche l’opportunità di raggiungere e mirare a un 20%, che è oggi la soglia dove c’è la prima forza politica. Credo che possa essere la prima forza politica della coalizione il M5S in questa alleanza progressista. Però ha bisogno in questo momento di capire che può interpretare la spinta ecologista presente nell’opinione pubblica". Tra le altre novità interne al partito, gli elettori potranno votare anche per le questioni economiche. A breve è infatti atteso il voto online sulla destinazione del denaro raccolto con le restituzioni e l’adesione al due per mille. In questo modo è dunque avvenuta una separazione tra le scelte della linea economica e della linea politica del partito.
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