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Lega, Giorgetti ko flirta con Di Maio. Con Salvini sovranista Draghi traballa

Il numero due del Carroccio ha incassato il ko al congresso del partito e ha accettato la linea sovranista del leader. Ma intanto incontra il ministro degli Esteri per trattare sul Colle

05 Novembre 2021

Ilva Taranto: il ministro Giorgetti e i sindacati, domani, si incontrano

Giorgetti ai tempi del governo gialloverde - Fonte: LaPresse

Una pizza in compagnia, in questo caso niente pizza da soli come cantavano Elio e le storie tese. E' quella che si sono mangiati Giancarlo Giorgetti e Luigi Di Maio per parlare di tante cose, a partire della corsa al Quirinale. Il numero due della Lega, sconfitto al congresso del Carroccio che ha visto prevalere la linea di Matteo Salvini, continua a intessere il suo rapporto con uno dei big del Movimento Cinque Stelle. Ma intanto la vittoria di Salvini nel braccio di ferro con il suo vice potrebbe avere effetti non solo interni alla Lega ma anche all'interno di tutto il governo Draghi, che potrebbe tornare pericolosamente a traballare ben prima della scadenza naturale della legislatura nel 2023.

Giorgetti e Di Maio, desideri opposti ai loro leader Salvini e Conte

Che sarebbe prevalsa la linea di Salvini era piuttosto scontato, meno prevedibile il modo in cui questo è avvenuto. Cioè con una sorta di scontro aperto alla luce del sole, come era avvenuto a suo tempo tra Silvio Berlusconi e Gianfranco Fini e del celeberrimo "che fai, mi cacci?" dell'ex leader di Alleanza Nazionale a quello di Forza Italia. Giorgetti ha incassato, si è scusato e poi nel frattempo, come riporta La Stampa, va a cena con Di Maio alla pizzeria Da Michele a Roma. E fra i due, che come noto da tempo si sono trovati molto bene a collaborare insieme, ci sarebbe una sorta di patto nel tentativo di garantire la stabilità con sguardo al Colle. Anche se i loro leader Salvini e Conte si sono già scoperti per Draghi al Quirinale. Ipotesi che porterebbe a elezioni anticipate.

Le idee per il Colle: Mattarella bis o Amato

Ma si tratta di un'ipotesi che non piace né a Giorgetti né a Di Maio, che per evitare le urne pensano al rinnovo di Sergio Mattarella, almeno per un anno o due. O persino per tutti i sette anni, così da lasciare Draghi a Palazzo Chigi fino al 2023 per poi averlo magari alla Commissione europea dopo Ursula von der Leyen nel 2024. Il piano B sarebbe quello legato a Giuliano Amato, di cui si era discusso già nei giorni scorsi. Anche il dottor Sottile potrebbe accettare un ruolo da traghettatore, che consentirebbe però a Giorgetti e Di Maio di evitare le forche caudine delle elezioni anticipate.

I due accelerano anche perché sanno che Conte e Salvini stanno flirtando con l'idea di Draghi al Colle e delle urne anticipate. E la sconfitta della linea Giorgetti rischia di creare nuove turbolenze a un esecutivo che sperava di diventare più coeso e moderato e che invece rischia di vedere aumentata la propria divaricazione.

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