03 Novembre 2021
Giuseppe Conte (fonte foto LaPresse)
"Non vedo spaccature. Io vedo tutti quanti favorevoli a questo nuovo corso, c'è un entusiasmo diffuso. Io è da un po' che vado in Parlamento e incontro su vari temi tutti i parlamentari di Camera e Senato, stiamo lavorando molto concretamente sui temi per rilanciare l'azione politica del Movimento, e vedo grande disponibilità a lavorare per questo nuovo corso, grande volontà di riappropriarsi anche di una iniziativa politica che, in questo periodo di transizione, non dico che fosse mancata ma si era un po' affievolita". Parola e firma di Giuseppe Conte, ex premier nonché avvocato del popolo. Ah, sì, sarebbe anche il leader politico del Movimento Cinque Stelle.
Sarebbe, perché al di là dello scenario idilliaco da paese fatato raccontato da Conte, la realtà appare molto diversa. Le cronache politiche dei bene informati riportano una situazione nella quale l'ex premier sarebbe invece non proprio ascoltato come un totem all'interno del M5s, con diversi suoi "sottoposti" che anzi sarebbero impegnati a disfare di notte la tela da lui intessuta durante il giorno. Ultimo esempio quello sulla corsa al Quirinale, su cui l'ex premier continua a intervenire. Conte continua a spingere Mario Draghi al Colle, in una inedita comunione di intenzioni niente meno che con Matteo Salvini e Giorgia Meloni. A differenza di quest'ultima, però, almeno ufficialmente Conte dice che questo non significa che ci sia poi bisogno di elezioni anticipate.
Non tutti però, sono d'accordo, anzi in pochi sono d'accordo con Conte all'interno del M5s. Luigi Di Maio, sempre molto influente all'interno del M5s, sostiene implicitamente che Draghi resti a Palazzo Chigi, anche perché lui ci tiene a conservare il posto alla Farnesina fino al 2023 come da programmi. Ma anche nei gruppi parlamentari ci sarebbe una forte divisione sul totoquirinale. Moltissimi sono coloro che non vogliono Draghi al Colle, e soprattutto sono in molti quelli a sottolineare che non accetteranno indicazioni dall'alto, leggasi Conte.
I malumori sono di chi ricorda come il M5s debba funzionare in modo partecipativo con scelte prese in maniera collegiale. Virginia Raggi, intanto, prepara la vendetta contro l'ex premier, tacciato di averla abbandonata da sola mentre affondava, quasi ad averne causato la sconfitta alle elezioni amministrative a Roma. C'è poi la questione dei capigruppo. Oggi si tengono le votazioni a scrutinio segreto sul capogruppo al Senato, con la senatrice Castelleone che sfida il contiano Licheri. Secondo il Messaggero la pentastellata campana è sostenuta da almeno venticinque senatori e altri dieci hanno già anticipato che si asterranno o non verranno a votare. Motivo per cui non dovrebbe arrivare una soluzione.
Conte leader, ma forse solo sulla carta.
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