13 Ottobre 2021
Fonte: lapresse.it
Dopo la firma - arrivata ieri nel tardo pomeriggio - del Presidente del Consiglio Mario Draghi al nuovo Dpcm, Palazzo Chigi chiarisce cosa accadrà dal 15 ottobre 2021, data in cui il Green pass diventa obbligatorio anche sul posto di lavoro: ecco allora tutte le nuove regole in vigore dal prossimo venerdì. Chi controlla la certificazione digitale verde e cosa succede a chi non l'ha?
É stato lo stesso premier Mario Draghi, su proposta del ministro della Pubblica amministrazione Renato Brunetta e del ministro della Salute Roberto Speranza, ad aver adottato con questo Dpcm le linee guida relative all'obbligo di Green pass da parte del personale delle pubbliche amministrazioni. "Oltre ai lavoratori dipendenti della singola amministrazione - si legge nel decreto - sono soggetti all’obbligo i dipendenti delle imprese che hanno in appalto i servizi di pulizia, di ristorazione, di manutenzione, di rifornimento dei distributori automatici, i consulenti e collaboratori e i prestatori o frequentatori di corsi di formazione, come pure i corrieri che recapitano all’interno degli uffici posta d’ufficio o privata. Sono esclusi soltanto gli utenti", si legge.
E ancora: "I soggetti in attesa di rilascio di valida certificazione verde potranno utilizzare i documenti rilasciati dalle strutture sanitarie pubbliche e private, dalle farmacie, dai laboratori di analisi, dai medici di medicina generale e dai pediatri di libera scelta. I soggetti sprovvisti di certificazione verde dovranno essere allontanati dal posto di lavoro. Ciascun giorno di mancato servizio, fino alla esibizione della certificazione verde, è considerato assenza ingiustificata, includendo nel periodo di assenza anche le eventuali giornate festive o non lavorative. In nessun caso l’assenza della certificazione verde comporta il licenziamento", precisa il Dpcm.
"Il soggetto preposto al controllo - fa sapere Palazzo Chigi - è il datore di lavoro, che può delegare questa funzione con atto scritto a specifico personale, preferibilmente con qualifica dirigenziale. Le linee guida lasciano libero il datore di lavoro di stabilire le modalità attuative. Il controllo potrà avvenire all’accesso, evitando ritardi e code durante le procedure di ingresso, o successivamente, a tappeto o su un campione quotidianamente non inferiore al 20% del personale in servizio, assicurando la rotazione e quindi il controllo di tutto il personale".
"Per le verifiche, sarà possibile usare l’applicazione gratuita Verifica C-19. Inoltre, saranno fornite alle amministrazioni applicazioni e piattaforme volte a facilitare il controllo automatizzato, sul modello di quanto avvenuto per scuole e università. Ogni amministrazione anche al fine di non concentrare un numero eccessivo di personale sulle mansioni di verifica della certificazione verde, dovrà provvedere ad ampliare le fasce di ingresso e di uscita dalle sedi di lavoro del personale alle proprie dipendenze. Sarà quindi consentito - si legge nel Dpcm valido dal 15 ottobre - il raggiungimento delle sedi di lavoro stesse e l’inizio dell’attività lavorativa in un più ampio arco temporale".
Oltre all’app VerificaC19 - fa sapere ancora Palazzo Chigi - saranno rese disponibili per i datori di lavoro, sia pubblici che privati, specifiche funzionalità che consentiranno una verifica quotidiana e automatizzata del possesso del Green pass e sono:
Chi dal prossimo 15 ottobre si presenta al lavoro senza Green pass "è considerato assente ingiustificato, senza diritto allo stipendio, fino alla presentazione" del lasciapassare verde. In questo caso inoltre il lavoratore - che sia pubblico o privato - rischia una multa che va da 600 a 1.500 euro. Ma non è finita qui. "Oltre alla retribuzione - spiega Palazzo Chigi - non sarà più versata al lavoratore senza green pass qualsiasi altra componente della retribuzione, anche di natura previdenziale, avente carattere fisso e continuativo, accessorio o indennitario, previsto per la giornata di lavoro non prestata".
"I giorni di assenza ingiustificata non concorrono alla maturazione delle ferie e comportano la perdita della relativa anzianità di servizio", si legge nelle Faq. Il datore di lavoro che non controlla la certificazione digitale verde potrebbe invece ricevere una sanzione amministrativa che va da 400 a 1.000 euro.
Diverso invece il discorso per chi lavora in smart working: in questo caso la certificazione digitale verde fortunatamente non serve. Palazzo Chigi afferma però che in nessun modo è consentito usare la motivazione del mancato Green pass come metodo per adibire le persone che non ne sono in possesso al lavoro da casa.
Infine Palazzo Chigi precisa che per quegli italiani che sono in attesa del lasciapassare verde "sarà possibile avvalersi dei documenti rilasciati, in formato cartaceo o digitale, dalle strutture sanitarie pubbliche e private, dalle farmacie, dai laboratori di analisi, dai medici di medicina generale e dai pediatri di libera scelta".
Invece, per quanto riguarda i lavoratori non vaccinati per motivi di salute le Faq del Governo spiegano che essi "dovranno esibire un certificato contenente l’apposito 'QR code' in corso di predisposizione. Nelle more del rilascio del relativo applicativo, il personale esente – previa trasmissione della relativa documentazione sanitaria al medico competente dell’amministrazione di appartenenza – non potrà essere soggetto ad alcun controllo".
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