22 Settembre 2021
Diciamo la verità, ci sono modi migliori per avvicinarsi alle elezioni amministrative del primo weekend di ottobre rispetto a quello "scelto" dalle forze di centrosinistra. Sia il Movimento Cinque Stelle sia il Partito Democratico stanno vivendo un momento a dir poco complicato durante la loro marcia di avvicinamento alle urne. Da una parte c'è un nuovo leader che rischia addirittura di essere sospeso prima ancora di essere riuscito a incidere, dall'altra una forza politica storicamente frammentata e nella quale l'ex punto di riferimento critica aspramente, e inaspettatamente per la verità, il nuovo.
Partiamo dal Movimento Cinque Stelle. Gli iscritti che hanno presentato ricorso contro il nuovo statuto approntato da Conte, Grillo e company hanno chiesto la sospensione cautelare dell’efficacia delle decisioni prese con il voto sul nuovo regolamento. Ciò vuol dire che se il tribunale dovesse accogliere l’istanza, in attesa della definizione del ricorso, tornerebbe vigente il vecchio Statuto, quello che prevedeva una leadership collettiva e che, tra l’altro, sosteneva l’incompatibilità tra l’elezione nel comitato di garanzia e le cariche elettive istituzionali.
La leadership di Conte ne risulterebbe dunque sospesa. Senza contare che, secondo quanto riportato da Il Manifesto, un gruppo di attivisti pentastellati hanno fatto circolare un documento nel quale si denuncia l’irregolarità il sistema di voto SkyVote, che dopo la rottura con Davide Casaleggio ha sostituito la piattaforma Rousseau. Secondo le accuse il nuovo sito non raccoglierebbe le generalità di ogni utente, in modo da verificare se ha diritto a partecipare al voto, ma si limiterebbe a recepire la preferenza dopo che a monte dal M5s è stato mandato un link all’iscritto. "Se ritengono di segnalare all’autorità giudiziaria una qualche criticità ben vengano, non abbiamo nulla da temere", ha commentato Conte. Ma intanto la sua corsa rischia di rallentare prima ancora di accelerare.
Dall'altra parte, nel Pd, c'è una polemica inattesa che turba la campagna elettorale di Letta verso le suppletive di Siena. Secondo Romano Prodi il Pd ha un programma "troppo ristretto, i diritti non servono". Presentando il suo libro a Roma, Prodi ha aggiunto: "Enrico si è impegnato sui diritti perché era una discussione già in corso in Parlamento. Adesso siamo perfettamente d’accordo che la ripresa deve convivere con la solidarietà sociale e che serve un intervento sul mondo del lavoro che cambia in modo totale". Insomma, toni più concilianti. "Enrico è in grado di farlo, ha esperienza interna e internazionale". Il Professore ha anche detto: "Dobbiamo far ripartire l’ascensore sociale come quando ero giovane io", riferendosi alle agorà di Letta e all'asse col M5s. Intanto, però, la mezza polemica qualche segno lo ha lasciato.
Il Giornale d'Italia è anche su Whatsapp. Clicca qui per iscriversi al canale e rimanere sempre aggiornati.
Articoli Recenti
Testata giornalistica registrata - Direttore responsabile Luca Greco - Reg. Trib. di Milano n°40 del 14/05/2020 - © 2025 - Il Giornale d'Italia