23 Agosto 2021
La pandemia da Covid-19, il green pass per andare al ristorante, l'assedio a Capitol Hill, il ritiro degli Stati Uniti di Joe Biden dall'Afghanistan mentre i talebani riprendevano il potere a Kabul. Di cose imprevedibili il mondo ne ha viste abbastanza in questo anno e mezzo. Eppure, c'è anche un'altra storia inattesa che racconta bene il divario tra stereotipi, parole e fatti concreti. E così, mentre l'Unione europea sembra per lo più chiudere le porte in faccia ai profughi afgani che scappano in seguito al caso che lo stesso occidente ha contribuito a creare, c'è un sindaco leghista che le porte le apre, mentre Luigi Di Maio ha dichiarato che l'Italia è pronta ad accoglierne 2500.
Partiamo dall'Europa. Nella giornata di domenica la presidenza turca ha rilasciato il seguente comunicato: "Abbiamo ricevuto la richiesta di accogliere i dipendenti locali di una missione dell’Unione europea in Afghanistan. Gli Stati membri non aprono le loro porte nemmeno a una piccola parte delle persone che li hanno serviti e che sono in difficoltà". Proprio così. Ancora una volta l'Europa appare totalmente incapace di trovare un accordo sui flussi di migranti. Dopo le brutte figure fatte su Africa e Medio Oriente, si rischia ora di replicare il copione anche sull'Afghanistan.
Il tutto anche a causa della presidenza di turno Ue, che tocca fino a fine 2021 alla Slovenia di Janez Jansa. Il primo ministro del paese balcanico ha detto che non ci sarà nessun corridoio umanitario e che non verrà ripetuta l’esperienza siriana del 2015. Jansa, che è fidato amico del vero Orban, è anche un fan sfegatato di Donald Trump. Proprio ora, che Joe Biden con il reente G7 di Cornovaglia e la visita a Bruxelles ha rilanciato la partnership tra i due storici alleati delle due sponde dell'Atlantico, dopo i lunghi anni di latitanza (se non ostilità) del tycoon newyorkese. E, ancora, proprio ora che Angela Merkel (la vera equilibratrice della politica europea degli ultimi lustri) si appresta a ritirarsi dopo le elezioni in Germania del prossimo settembre.
Dall'altra parte c'è invece l'esempio che arriva da Ferrara. "Saremo i primi ad accogliere chi fugge dall'Afghanistan", ha infatti dichiarato nei giorni scorsi Alan Fabbri. La particolarità è che il primo cittadino, molto popolare nella città dell'Emilia Romagna, è della Lega. Ha aggiunto, a chi gli faceva notare la diversità della sua linea rispetto a quella di Matteo Salvini, che quella afgana è una situazione che non ha a che fare con le bandiere di partito ma "con l'umanità che dovrebbe contraddistinguere ognuno di noi".
"I diritti umanitari sono di uomini, donne e bambini", ha proseguito Fabbri. Le immagini di Kabul sono "così piene di disperazione da farmi venire la pelle d'oca ogni volta che ne parlo, non si può non sentirsi coinvolti. I diritti umanitari sono di tutti, uomini, donne e bambini e se daremo loro una risposta in ritardo, la storia non ci giudicherà positivamente".
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