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M5S leader: Di Maio-Conte l'ipotesi più probabile

Conte da solo non convince, in molti rimpiangono Di Maio. Probabile un loro doppio "consolato" a capo del Movimento

19 Aprile 2021

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Conte Di Maio (fonte foto LaPresse)

E’ sempre più difficile la situazione del Movimento 5 Stelle, se non disperata: ormai in guerra con Rosseau, spezzato al suo interno in variegate correnti, spinte da differenti idee politiche e personalismi, senza un leader che sia riconosciuto all’unanimità. Un cantiere del quale non si vede ancora la fine.

Non tutti sono convinti di Conte

La strada di Giuseppe Conte resta la più percorribile ma i continui tentennamenti dell’avvocato del popolo ed i mugugni dal pianeta pentastellato dicono che c’è ancora molto da fare per vederlo come leader indiscusso. Nonostante i sorrisi e le dichiarazioni di facciate si mormora che lo stesso Beppe Grillo non sia pienamente convinto della scelta: “Scarsa attitudine al comando”. In parole povere in molti credono che l’ex premier non abbia le capacità e nemmeno un progetto politico per poter mutare positivamente il Movimento.

Conte-Di Maio la soluzione più percorribile

Mentre Vito Crimi, continua ad esserne il capo senza averne le capacità, i pentastellati sono alla ricerca di uno nuovo, anzi in molti rimpiangono il vecchio, Luigi Di Maio, ormai più impegnato nel suo ruolo istituzionale che all’interno del partito. Per questo, alcune voci dicono che una buona parte dei grillini vedrebbe bene a capo del partito un tandem Conte-Di Maio. Parecchi, tra senatori e deputati, sembrano essere d'accordo su una simile soluzione, utile ad evitare nuovi strappi e nuove correnti. "Quando c’era Luigi queste correnti non esistevano e non si capisce perché ora stiano proliferando in questo modo" è stato il commento di un deputato, a Tpi.it. Il motivo sarebbe che Conte ha scarsissimo margine d'azione a differenza di Di Maio che, invece, sotto la sua leadership ne ha più volte frenato la nascita.

Le amministrative un difficile banco di prova

Tante scelte ancora da fare ma intanto il tempo stringe: si avvicinano le elezioni amministrative ed i presupposti sono tutt’altro che positivi. La sconfitta è alle porte, per lo meno per i sondaggi, nelle principali città italiane. A Milano, se si raggiunge il probabile accordo su Sala, è possibile vincere. Anche se la vittoria sarebbe più del Pd. A Torino, con il movimento spezzato, è ancora tutto incerto. Peggio ancora a Bologna dove i pentastellati a livello elettorale valgono poco. Infine Roma, dove la candidatura di Virgina Raggi, sebbene confermata, resta ancora incerta. Più difficile ancora una sua rielezione. A salvare la situazione, forse, potrebbe essere Napoli, con la candidatura di Roberto Fico. La resa dei conti è sempre più vicina.

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