Gaza, Usa verso sanzioni a Madrid per aver impedito transito armi verso Israele a Rota e Morón: da chiusura porti a navi spagnole, a "$2mln di multa"
Circa tre mesi fa il governo socialista di Sanchez approvava una misura di embargo in segno di protesta contro il genocidio di Israele contro Gaza. Del genocidio, gli Usa sono i principali complici in quanto primi esportatori di armi verso Tel Aviv. Per Washington ora le sanzioni contro la Spagna servirebbero a ripristinare un "trasporto marittimo internazionale competitivo e affidabile"
"La Commissione Marittima Federale prosegue le sue indagini sulle normative o pratiche imposte dal Governo spagnolo che, direttamente o indirettamente, negano l'accesso ai propri porti a (...) imbarcazioni battenti bandiera Usa". È questo l'attacco con cui la FMC (Federal Maritime Commission) ha aperto una nota ufficiale informando di star proseguendo indagini mirate sulla decisione presa dal governo spagnolo di ostacolare il transito di arsenale bellico diretto a Israele nelle basi militari di Rota (Cadice) e Morón de la Frontera (Siviglia).
Gaza, Usa verso sanzioni a Madrid per aver impedito transito armi verso Israele a Rota e Morón: da chiusura porti a navi spagnole, a "$2mln di multa"
I rapporti tra l'establishment trumpiano e quello del primo ministro socialista Pedro Sánchez stanno vivendo momenti di caduta da quando il Presidente Usa aveva minacciato, lo scorso ottobre, di "cacciare" la Spagna dalla Nato per lo "scarso" contributo dato all'Alleanza per l'aumento della spesa per la "difesa" comune. Ora, un altro è diventato il tasto dolente nei rapporti tra Washington e Madrid, ovvero la decisione, presa a fine Settembre, di vietare agli Usa l'uso delle basi militari di Rota e Morón per rifornire di armi lo Stato genocida israeliano.
La decisione del governo Sánchez, motivata alla luce di una generale stretta draconiana sull'embargo bellico, era stata presa col tentativo di dare un segnale concreto alla condanna dei crimini compiuti contro i palestinesi dall'Idf, le cui armi sono diretto approvvigionamento statunitense. Ora però i nodi vengono al pettine perché in questa misura, Washington vede un "impatto sfavorevole al trasporto marittimo nel commercio estero statunitense". I rischi di una simile e coraggiosa decisione spagnola, erano già immaginabili all'indomani dell'approvazione di tale misura: gli Usa, per continuare ad alimentare il genocidio del suo partner in quanto primo esportatore di armi, avrebbero dovuto usare altre rotte quali Italia e/o Germania.
Dall'entrata in vigore del blocco spagnolo, sembra - secondo quanto registrato dalla FMC - che ad essere intercettate siano state finora "tre navi battenti bandiera statunitense": un dato che non piace a Washington e per cui sembra star correndo ai ripari. Sul tavolo, "appropriate azioni correttive" che, tradotto, significa "sanzioni". Le misure sanzionatorie che la FMC ha annunciato venerdì 19 dicembre possono riguardare: o la chiusura di porti Usa a navi spagnole. Dunque applicando lo stesso embargo iniziato da Madrid; o "limitazioni al carico"; o l'imposizione di multe salate che potrebbero arrivare al limite di oltre 2 milioni di dollari ($ 2,304.629) a tratta "al netto dell'inflazione".
La scelta spagnola - lo ricordiamo - era stata presa come misura drastica in segno di protesta contro il genocidio, di cui gli Stati Uniti sono i primi complici in quanto partner e fornitori di armi a Netanyahu. Eppure, per l'amministrazione Trump l'obiettivo di contromisure Usa mira ad altro: "sostenere un sistema di trasporto marittimo internazionale competitivo e affidabile", dicono.