Bielorussa, liberati 123 prigionieri politici con grazia di Lukashenko, tra loro Nobel per la Pace Bialiatski e leader opposizione Kolesnikova
Il leader bielorusso grazia 123 detenuti, tra cui il Nobel Ales Bialiatski e l’oppositrice Maria Kolesnikova, dopo la revoca delle sanzioni Usa sul potassio
123 prigionieri politici sono stati liberati oggi in Bielorussia dal presidente Aleksandr Lukashenko tramite lo strumento giuridico della grazia. I detenuti, per la maggior parte stranieri, vedono anche nomi illustri, come il vincitore del premio Nobel per la Pace del 2022, Ales Bialiatski, e la leader dell'opposizione politica, Maria Kolesnikova.
Bielorussa, liberati 123 prigionieri politici con grazia di Lukashenko, tra loro Nobel per la Pace Bialiatski e leader opposizione Kolesnikova
Il presidente bielorusso Aleksandr Lukashenko ha ordinato la liberazione di 123 detenuti, tra cui il premio Nobel per la Pace 2022 Ales Bialiatski e una delle figure più note dell’opposizione, Maria Kolesnikova. La decisione, annunciata dall’agenzia di stampa statale Belta e confermata da attivisti per i diritti umani, si inserisce in un più ampio tentativo del regime di Minsk di riallacciare i rapporti con Washington.
Secondo quanto riferito ufficialmente, la grazia è arrivata “in conformità con gli accordi raggiunti con il presidente degli Stati Uniti Donald Trump e su sua richiesta”, in seguito alla revoca delle sanzioni americane sul settore bielorusso del potassio, uno dei pilastri dell’economia del Paese. Lukashenko ha definito tali sanzioni “illegali” e ha collegato la liberazione dei prigionieri all’avvio di una fase concreta di rimozione anche di altre misure restrittive contro la Bielorussia.
I 123 liberati sono cittadini di diversi Paesi, tra cui Stati Uniti, Regno Unito, Lituania, Ucraina, Lettonia, Australia e Giappone, condannati – secondo le autorità – per reati che vanno dallo spionaggio al terrorismo fino alle cosiddette “attività estremiste”. Tenendo conto di precedenti decisioni di clemenza prese a fine novembre, il numero complessivo dei detenuti rilasciati nelle ultime settimane sale a 156.
Particolarmente significativo è il rilascio di Ales Bialiatski, fondatore dell’organizzazione per i diritti umani Viasna, arrestato più volte nel corso degli anni e detenuto dal 2020 in condizioni durissime. Il Nobel per la Pace gli era stato assegnato mentre si trovava in carcere, come riconoscimento alla sua lunga battaglia contro la repressione del regime. Accanto a lui, torna libera anche Maria Kolesnikova, condannata a 11 anni di carcere dopo le proteste di massa seguite alle contestate elezioni presidenziali del 2020. Secondo fonti dell’opposizione, Kolesnikova avrebbe già lasciato la Bielorussia.
Sul piano diplomatico, il gesto è stato accompagnato da segnali distensivi: un messaggio personale di Donald e Melania Trump è stato consegnato a Lukashenko dall’inviato speciale statunitense John Coale, che ha incontrato il leader bielorusso a Minsk nei giorni scorsi. Nel messaggio, la coppia presidenziale avrebbe espresso ringraziamenti e auguri natalizi, oltre all’apprezzamento per i colloqui avuti.
Resta però aperta la questione dei numerosi prigionieri politici ancora detenuti nel Paese. Per le organizzazioni internazionali, la liberazione dei 123 rappresenta un passo importante, ma insufficiente a cancellare anni di repressione e violazioni dei diritti umani in Bielorussia.