Israele, Ben Gvir choc su pena di morte a detenuti palestinesi: “100 medici pronti a iniezioni letali”, Associazione Medica Mondiale: “Ripugnante”
L’Associazione Medica Mondiale (WMA), venuta a conoscenza della dichiarazione, ha condannato duramente le parole del ministro, definendole “ripugnanti” e sottolineando l’assoluta incompatibilità tra la professione medica e qualsiasi forma di partecipazione alle esecuzioni di Stato
Il ministro della Sicurezza nazionale Itamar Ben-Gvir ha rilasciato ancora una volta dichiarazioni choc. Secondo quanto affermato, circa 100 medici israeliani gli avrebbero comunicato la disponibilità a somministrare iniezioni letali ai detenuti palestinesi qualora fosse approvata la pena di morte. Parole che hanno sollevato una forte ondata di indignazione: l’Associazione Medica Mondiale le ha definite “ripugnanti”, mentre organizzazioni per i diritti umani e il sindacato dei medici hanno preso nettamente le distanze.
Israele, Ben Gvir choc su pena di morte a detenuti palestinesi: “100 medici pronti a iniezioni letali”, Associazione Medica Mondiale: “Ripugnante”
Il caso è esploso dopo le parole del leader di estrema destra Ben-Gvir, che durante una discussione pubblica sul tema della pena capitale ha affermato: "Eravamo tutti pronti a considerare questa opzione, tra le altre, per l'attuazione della pena di morte. C'è la possibilità dell'impiccagione, della sedia elettrica e dell'anestesia. Poiché i medici si sono rifiutati di partecipare, ho ricevuto circa 100 messaggi da medici che dicevano: 'Itamar, dicci solo quando'".
L’Associazione Medica Mondiale (WMA), venuta a conoscenza della dichiarazione, ha condannato duramente le parole del ministro, definendole “ripugnanti” e sottolineando l’assoluta incompatibilità tra la professione medica e qualsiasi forma di partecipazione alle esecuzioni di Stato. La WMA ribadisce infatti che i medici non possono prendere parte “in nessuna fase” a procedure volte a togliere la vita, incluse consulenze o preparativi.
Una posizione pienamente condivisa dall’Associazione Medica Israeliana (IMA). Durante un’audizione ufficiale, il dottor Alberto Olszewski aveva già chiarito che nessun medico israeliano avrebbe mai accettato di cooperare nell’esecuzione della pena di morte, ricordando il rispetto delle normative etiche internazionali.
La stessa IMA ha poi confermato nuovamente la propria linea il 22 novembre, richiamandosi alla Dichiarazione di Tokyo della World Medical Association, che proibisce categoricamente ai medici di partecipare ad atti classificati come tortura, trattamenti crudeli, inumani o degradanti.
Le parole di Ben-Gvir hanno così riacceso un dibattito già delicatissimo in Israele, dove la pena di morte non viene applicata dal 1962.