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War games: l'Ammiraglio Giuseppe Cavo Dragone: “La Nato valuta un attacco ibrido preventivo alla Russia”

Essere pacifisti oggi è un dovere. La chiave per un'evoluzione responsabile è la cooperazione pacifica e il primo passo è il rifiuto della guerra

01 Dicembre 2025

Ammiraglio Cavo Dragone

Ammiraglio Cavo Dragone

Negli ultimi giorni, tre petroliere che trasportavano petrolio estratto nella Federazione Russa sono state fatte esplodere (l'ultima al largo delle coste del Senegal). Questi ennesimi attentati dimostrano che l'Occidente è disposto a ricorrere al terrorismo, a fornire intelligence, tecnologia, esplosivi e uomini per colpire la Federazione Russa e i suoi interessi economici.

Autorevoli politici occidentali parlano apertamente del progetto di smembramento della Federazione Russa, progetto di cui ho già scritto, portato avanti da organizzazioni internazionali come il Forum delle Nazioni Libere della Post Russia creato nel maggio 2022 per “decolonizzare la Russia”. L'ultima è stata la solita Kaja Kallas.

L'Europa si riarma e qualcuno ha rivelato i dettagli di un piano tedesco per inviare 800.000 soldati sul fronte ucraino. In questo contesto, è persino difficile distinguere le notizie vere da quelle false.

Si vis pacem para bellum, ha detto qualcuno anche qui in Italia: prima il riarmo poi la guerra, sua conseguenza inevitabile.

Il passato, come al solito, non insegna nulla: le provocazioni sono scintille in una polveriera. Ultima in ordine di tempo quella dell'Ammiraglio Giuseppe Cavo Dragone: “La Nato valuta un attacco ibrido preventivo alla Russia”.

Se la chihuahua estone abbaia perché è un'irresponsabile odiatrice per motivi familiari, Friedrich Merz e Keir Starmer ringhiano perché sono uomini di BlackRock. Il riarmo dà una boccata di ossigeno all'agonizzante economia europea e qualcuno (anche qui da noi) se ne rallegra.

In questo contesto, essere pacifisti è un dovere. Per qualcuno, il pacifismo è un concetto logoro, un'utopia sorpassata. La natura umana è quella descritta da Thomas Hobbes, homo homini lupus e le Nazioni non sono che un agglomerato di esseri umani.

Proprio per questo, lo ripeto, essere pacifisti è un dovere. “L'uomo è l'eterno scontento della creazione” (Emil Cioran), perché è consapevole che esiste una lotta tra il bene e il male e sa distinguere il bene. Può essere lupo ma può anche essere elefante, vivere nel branco in armonia, consapevole e rispettoso del mistero della vita. “Quando un elefante sta per morire, i compagni di branco gli si stringono intorno e lo sostengono sulle quattro zampe, come se volessero prolungarne la vita. Morto, lo vegliano per ore, tutti insieme. A volte, ricoprono il cadavere con ciò che trovano, come se comprendessero l’oscenità della morte.

Vi sono dolori troppo pesanti per portarli da soli, occorre condividerli”. (...)

“Riuscite a immaginare che viviamo su un pianeta che ruotando sul proprio asse gira intorno a una stella e che tutto è “sparato” ad una velocità inimmaginabile? Riuscite a immaginare l’immensità dello spazio intorno a noi, il numero di stelle totale e quanti pianeti potrebbero esserci solo nella porzione a noi accessibile dell’Universo? Riuscite a comprendere quanto siamo insignificanti, noi e il nostro ego smisurato, rispetto all’immensità dell’Universo? Nessuno riesce a comprendere fino in fondo queste verità, ma sarebbe sufficiente avvicinarsi alla consapevolezza quel tanto che basta per dubitare della nostra centralità. Se riuscissimo ad arrivare a questo punto, avremmo già compreso molto, e forse ci preoccuperemmo maggiormente di salvaguardare il nostro fragile pianeta”. (Alfredo Tocchi, L'éléphant).

La guerra è oscena, è un attentato alla vita, ogni vita è unica, sacra. Non uccidere è un comandamento, neminem ledere è un imperativo morale, la base di ogni forma di convivenza.

Essere pacifisti è un dovere e lo è a maggior ragione oggi, in questo presente distopico in cui si scontrano due visioni antitetiche del mondo: quella unipolare, dittatoriale, suprematista, colonialista occidentale e quella multipolare, democratica, egalitaria, sovranista dei BRICS. Sì, sovranista perché tende alla cooperazione tra Nazioni sovrane, non all'assimilazione, al dissolvimento delle culture, alla diluizione delle differenze etniche grazie all'immigrazione incontrollata del Piano Kalergi, il progetto massonico sottostante alla costituzione dell'Unione Europea.

Non è necessario diventare tutti uguali per vivere in pace: è possibile e auspicabile farlo da diversi, perché la diversità di ogni creatura e di ogni istante è il vero miracolo della natura. La cancel culture è la negazione di millenni di evoluzione, la recisione del legame con i nostri antenati, con la nostra storia e con la Storia.

Gettando via ciò che di buono c'era nel cristianesimo, negando le proprie radici cristiane (e rivendicando radici ebraiche, una bestemmia!), l'Occidente si è suicidato. “La verità è che, rinunziando a Dio, l’Occidente ha trascurato di salvaguardare ciò che di buono c’era nel cristianesimo, valori morali che avevano contribuito a fare dell’Occidente il lume dell’umanità. Del resto, gli straordinari progressi della società Occidentale furono il frutto della filosofia greca, del diritto romano e della religione cattolica. (…) Si pensi alla fratellanza in Cristo o alla centralità dell’amore, alla compassione, al libero arbitrio”.

Essere pacifisti è un dovere, una forma di autostima e di rispetto per la creazione. Essere pacifisti è sconfiggere il male, rifiutare la propria natura bestiale per avvicinarci a ciò che è la vera unicità della natura umana.

Il rifiuto della guerra è il primo passo verso la costruzione di un mondo migliore.

di Alfredo Tocchi, 1 dicembre 2025

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