Israele, scrittrice Tamar Raphael minacciata di morte e stupro online per aver utilizzato espressione "genocidio a Gaza"
Minacce di morte e odio online contro la scrittrice israeliana Tamar Raphael dopo le critiche a Israele alla Fiera di Francoforte. Solidarietà da parte di politici e colleghi
La scrittrice israeliana Tamar Raphael è stata minacciata di morte e di stupro online per aver utilizzato pubblicamente l'espressione "genocidio a Gaza" durante la Fiera del Libro di Francoforte.
Israele, scrittrice Tamar Raphael minacciata di morte e stupro online per aver utilizzato espressione "genocidio a Gaza"
La scrittrice israeliana Tamar Raphael è finita al centro di un’ondata di minacce, insulti e campagne d’odio online dopo aver denunciato pubblicamente, durante la Fiera del Libro di Francoforte, quello che ha definito “genocidio a Gaza”. Raphael, residente a Berlino e presente all’evento come parte del padiglione israeliano finanziato dal Ministero della Cultura, ha indossato una piccola spilla con la bandiera palestinese e ha espresso un forte dissenso rispetto alle politiche del suo governo.
Le sue parole, riportate inizialmente nell’edizione ebraica di Haaretz, sono state rapidamente rilanciate da figure della destra radicale israeliana, scatenando migliaia di commenti violenti. Tra i più aggressivi, minacce di stupro e di morte provenienti da sostenitori dell’attivista-rapper Yoav “The Shadow” Eliassi e dal conduttore di Channel 14 Yinon Magal, entrambi noti per il loro appoggio al primo ministro Benjamin Netanyahu. In poche ore, il suo profilo social è stato sommerso da oltre duemila messaggi ostili.
Accanto alle intimidazioni, non sono però mancate voci di solidarietà. Il parlamentare Hadash-Ta’al Ayman Odeh ha difeso pubblicamente Raphael, così come la rivista letteraria per cui scrive.
In un lungo post pubblicato sabato su Facebook, la scrittrice ha spiegato il senso della sua scelta. Accettare l’invito alla delegazione israeliana, pur mantenendo posizioni critiche sul genocidio, è per lei “un atto coerente, moralmente e politicamente”. Rifiutare, ha aggiunto, sarebbe equivalso a “boicottare se stessa” e a rinunciare alla possibilità di rappresentare un punto di vista minoritario ma presente nella società israeliana.
Raphael ha ribadito di voler parlare ai suoi lettori in ebraico e di voler usare lo spazio pubblico per portare una voce alternativa. “Era chiaro che sarei stata l’unica a esprimere questa opinione, ma il denaro pubblico appartiene a tutti e questo è un punto di vista che esiste tra il pubblico”, ha scritto.
Sulle minacce ricevute, la scrittrice ha parlato di uno “specchio inquietante del mainstream israeliano”, dove figure dell’estrema destra godono di ampia legittimazione. Nonostante le pressioni, non intende arretrare: continua a chiedere la fine dell’occupazione e il riconoscimento di uno stato palestinese accanto a Israele, “nell’unico percorso politico possibile”.