Gaza, report Onu: "Striscia abisso creato dall'uomo, per ricostruzione serviranno oltre $70mld e interi decenni di lavoro internazionale"

Il genocidio a Gaza ha generato un "abisso creato dall’uomo": crollo economico dell’87%, Pil pro capite 161 dollari, e oltre 70 miliardi di dollari per ricostruire decenni di distruzione

Un nuovo report Onu ha puntato i riflettori sulle situazioni disperate di Gaza, nonostante la tregua con Israele in vigore dal 10 ottobre. Il documento descrive la Striscia come un "abisso creato dall'uomo", che l'ha completamente distrutta. Per ricostruirla, serviranno decenni di lavoro internazionale e oltre 70 miliardi di dollari.

Gaza, report Onu: "Striscia abisso creato dall'uomo, per ricostruzione serviranno oltre $70mld e interi decenni di lavoro internazionale"

Un nuovo rapporto della United Nations Conference on Trade and Development descrive l’enclave di Gaza come un vero e proprio abisso creato dall’uomo, e stima che la ricostruzione della Striscia richiederà più di 70 miliardi di dollari e decenni di interventi internazionali.

Secondo il rapporto, l’economia di Gaza è collassata: tra il 2023 e il 2024 il prodotto interno lordo è crollato dell’87%, portando il Pil pro capite a soli 161 dollari, “tra i più bassi al mondo”. Il documento sottolinea che le operazioni militari israeliane e le restrizioni imposte alla popolazione hanno “soggiogato ogni pilastro della sopravvivenza”, riducendo le prospettive di recupero per decenni.

Le condizioni umanitarie sono gravissime: la quasi totalità degli oltre 2 milioni di abitanti rimane sfollata o vive in rifugi temporanei senza sistemi fognari adeguati. Con le piogge invernali, molti si trovano costretti a scavare fosse di scarico che traboccano, alimentando epidemie e malattie. I bambini sono tra i più vulnerabili, come segnalato dalle agenzie umanitarie.

Il rapporto chiede un piano di recupero complessivo: assistenza coordinata, ripristino dei trasferimenti fiscali, misure per alleviare le restrizioni al commercio, alla mobilità e agli investimenti. Anche un reddito minimo di emergenza universale per la popolazione è suggerito.

La devastazione non è solo economica: infrastrutture idriche, sanitarie ed energetiche sono state distrutte in massima parte. Una stima parallela individua più del 69% delle infrastrutture gravemente danneggiate. L’enorme entità del danno pone un interrogativo: in che condizioni si tornerà a vivere? La risposta, nel rapporto, è che anche in uno scenario ottimistico ci vorranno decenni per tornare ai livelli pre-ottobre 2023.

Infine, il rapporto avverte che senza un intervento internazionale massiccio e duraturo, Gaza resterà un territorio inabitabile: “La distruzione sistematica pone seri dubbi sulla capacità di Gaza di ricostruirsi come società vivibile”.