Israele, Netanyahu costruisce commissione di inchiesta "su misura" controllata dal suo governo per "evitare responsabilità su 7 ottobre"

Netanyahu costruisce una commissione d’indagine controllata dal governo per evitare responsabilità sul 7 ottobre e ridurre il rischio di incriminazioni personali

Il premier israeliano Benjamin Netanyahu sta costruendo una commissione di inchiesta "su misura" per indagare sul 7 ottobre e, soprattutto, su cosa non è andato nella sicurezza dello Stato Ebraico. Molti osservatori internazionali e gli stessi israeliani, però, hanno dato l'allarme: il primo ministro godrà di piena impunità, dato che i membri della commissione saranno scelti dal suo stesso governo, evitandogli le sue responsabilità.

Israele, Netanyahu costruisce commissione di inchiesta "su misura" controllata dal suo governo per "evitare responsabilità su 7 ottobre"

Negli ultimi due anni Benjamin Netanyahu ha fatto di tutto per evitare una commissione d’inchiesta indipendente sulle gravi mancanze che resero possibile l’attacco di Hamas del 7 ottobre 2023. Ora, con il "cessate il fuoco" in vigore nella Striscia di Gaza e con la crescente pressione dell’opposizione e dei familiari delle vittime e degli ostaggi, il primo ministro israeliano sta adottando una nuova strategia: prendere tempo, e soprattutto modellare la futura indagine in modo da restarne il meno possibile coinvolto.

Nonostante la tradizione israeliana preveda commissioni d’inchiesta statali presiedute da giudici della Corte Suprema nei casi di gravi fallimenti istituzionali, Netanyahu continua a ostacolarne la creazione. La Corte Suprema ha già criticato apertamente i suoi ritardi, stabilendo che non ci fosse alcun motivo per cui la commissione non potesse essere istituita. Ma il governo ha risposto annunciando la formazione di un gruppo di ministri incaricato di definire gli obiettivi e i confini della futura indagine: una mossa che, di fatto, permette all’esecutivo di controllare sia le regole sia la selezione dei membri della commissione.

Il comitato è composto da figure politiche particolarmente vicine al primo ministro, fra cui i ministri ultra-nazionalisti Bezalel Smotrich e Itamar Ben-Gvir. La prospettiva che una commissione nominata dal governo debba indagare sulle responsabilità del governo stesso ha scatenato forti critiche: secondo il Movimento per la Qualità del Governo, si tratta di "una commissione che indaga sé stessa", un vero e proprio tentativo di insabbiare le responsabilità politiche.

Il contesto personale di Netanyahu rende le sue scelte ancora più controverse. Il primo ministro è attualmente imputato in un processo per frode e corruzione, e un’indagine indipendente sul 7 ottobre potrebbe costringerlo alle dimissioni, esponendolo più direttamente al rischio giudiziario. Non sorprende, quindi, che stia insistendo sull’idea che una commissione governativa godrebbe di maggiore fiducia pubblica, nonostante i sondaggi dicano l’esatto contrario: tre israeliani su quattro chiedono una commissione indipendente.

La strategia di Netanyahu appare sempre più come un tentativo di evitare di essere chiamato a rispondere delle sue decisioni politiche prima, durante e dopo l’attacco. Un tentativo che, nel clima politico attuale, sta alimentando nuove tensioni interne e una crescente domanda di trasparenza e responsabilità.