Shutdown Usa, oltre 1700 voli cancellati in 40 aeroporti in 24 ore, attività ridotta del 4%, analisti: “Il peggio deve ancora venire”
Solamente durante il primo giorno di riduzione delle attività, in 40 aeroporti degli Stati Uniti sono stati segnalati oltre 1700 voli cancellati e circa 32 torri di controllo in difficoltà per la mancanza di personale. I dati diffusi dal centro aeronautico Cirium indicano che, nella sola giornata di venerdì, 1723 voli, pari al 2,1% dei 57.672 previsti, non sono decollati
Lo shutdown negli Stati Uniti sta mettendo in ginocchio il trasporto aereo. In appena 24 ore, oltre 1700 voli sono stati cancellati in 40 aeroporti americani, con un calo del 4% delle attività complessive e forti ripercussioni su tutto il sistema. Le torri di controllo segnalano carenze di personale, ritardi e operazioni ridotte al minimo. Una situazione che, secondo gli analisti, potrebbe peggiorare ulteriormente se il Senato non troverà presto un accordo per porre fine alla più lunga chiusura del governo nella storia del Paese.
Shutdown Usa, oltre 1700 voli cancellati in 40 aeroporti in 24 ore, attività ridotta del 4%, analisti: “Il peggio deve ancora venire”
Il blocco amministrativo sta paralizzando interi settori federali e ora colpisce duramente anche la rete aerea nazionale. Solamente durante il primo giorno di riduzione delle attività, in 40 aeroporti degli Stati Uniti sono stati segnalati oltre 1700 voli cancellati e circa 32 torri di controllo in difficoltà per la mancanza di personale. I dati diffusi dal centro aeronautico Cirium indicano che, nella sola giornata di venerdì, 1723 voli – pari al 2,1% dei 57.672 previsti – non sono decollati.
E le prospettive non sono incoraggianti. Il segretario ai Trasporti, Duffy, ha dichiarato che “il taglio dei voli potrebbe arrivare al 20%”. Un rischio concreto, considerando che la paralisi delle attività amministrative federali – prevista dall’Antideficiency Act – si verifica ogni volta che il Congresso non riesce a trovare l’accordo politico per rifinanziare il governo.
A pagare il prezzo più alto sono state le grandi compagnie americane: United ha cancellato 549 voli, Delta circa 513 e American Airlines 429. La maggior parte erano collegamenti nazionali, ma anche altre otto compagnie hanno annunciato cancellazioni. Le autorità aeronautiche hanno inoltre segnalato ritardi medi di quattro-cinque ore durante la notte in numerosi scali.
Gli aeroporti di Phoenix, Atlanta, Chicago, New York, San Francisco e Washington risultano tra i più colpiti, con un numero record di cancellazioni e rallentamenti, secondo i dati del radar FlightAware. Il Dipartimento dei Trasporti ha riferito che 32 torri di controllo in oltre 10 aeroporti presentano una significativa carenza di personale, mentre in 8 di esse i controllori hanno dovuto imporre fermate a terra per gestire il traffico in eccesso.
La crisi si è aggravata ulteriormente ieri, nel 37esimo giorno della chiusura più lunga della storia americana. Se non verrà sbloccata nel fine settimana, si prevedono altri 800 voli cancellati e circa 1000 rinviati. Il Senato, convocato per oggi, 8 novembre, appare tuttavia diviso: i repubblicani hanno già annunciato che non sosterranno le proposte democratiche per riaprire l’amministrazione, rendendo possibile un nuovo fallimento del voto.
La paralisi del governo Usa rischia infine di avere effetti anche in Italia e in Europa, dove nelle basi americane presenti sul territorio sono a rischio gli stipendi dei lavoratori civili.