Gaza, seconda fase “piano di pace” in stallo per “difficoltà restituzione corpi” da Hamas, slitta riapertura valico di Rafah: aiuti da Kerem Shalom
Il nodo principale resta quello della restituzione dei corpi degli ostaggi deceduti, vista la devastazione sul territorio causata dal genocidio. Gli Usa intendono chiedere ai civili di Gaza di collaborare nel recupero dei corpi, offrendo in cambio un risarcimento economico
La seconda fase del cosiddetto “piano di pace” per Gaza è “in stallo”. I negoziati tra Israele e Hamas, mediati dall’Egitto, non hanno ancora preso forma concreta a causa delle tensioni sul terreno e del ritardo nella restituzione dei corpi degli ostaggi morti da parte di Hamas. Intanto, slitta la riapertura del valico di Rafah, con gli aiuti che continueranno a transitare da Kerem Shalom.
Gaza, seconda fase “piano di pace” in stallo per “difficoltà restituzione corpi” da Hamas, slitta riapertura valico di Rafah: aiuti da Kerem Shalom
I negoziati tra Israele e Hamas per la seconda fase “non sono ancora iniziati praticamente, ma solo teoricamente, a causa delle difficoltà sul terreno e del chiaro sfruttamento israeliano di alcune falle, tra cui la crisi dei corpi”. Lo ha detto una fonte egiziana citata dal quotidiano saudita Asharq al Awsat, precisando che “è necessaria la presenza di forze internazionali per evitare future difficoltà, e questo è ciò su cui l’Egitto sta lavorando”.
Secondo la stessa fonte, “la situazione sul terreno è estremamente pericolosa, con segni di divisione che potrebbero ampliarsi. Siamo teoricamente nella seconda fase, come afferma il presidente statunitense Donald Trump, ma in pratica non è ancora iniziata. È una fase difficile, la strada è accidentata e per nulla facile. Non esistono ancora le condizioni idonee per poter dire che siamo entrati nella seconda fase”.
Il nodo principale resta quello della restituzione dei corpi degli ostaggi deceduti, questione che rischia di minare l’equilibrio già precario dell’intesa raggiunta lunedì. Un alto consigliere americano ha dichiarato nella notte che “non siamo ancora al punto di ritenere che l’accordo sia stato violato”. In un briefing con i giornalisti, riporta Haaretz, ha aggiunto che, se la questione non verrà risolta, costituirà una violazione dell’accordo di cessate il fuoco.
Un altro alto responsabile statunitense ha affermato che “Hamas ha fatto la cosa giusta restituendo vivi tutti i 20 ostaggi in un colpo solo”, aggiungendo che Washington intende chiedere ai civili di Gaza di collaborare nel recupero dei corpi, offrendo in cambio un risarcimento economico.
Sul fronte israeliano, resta incerta la data di riapertura del valico di Rafah. Tel Aviv ha precisato che l’annuncio avverrà “in un secondo momento”. L’agenzia di aiuti militari israeliana Cogat ha spiegato che sono in corso i preparativi con l’Egitto per consentire il passaggio delle persone, ma che “la data dell’apertura sarà annunciata in un secondo momento”.
Nel frattempo, gli aiuti umanitari continueranno a entrare nella Striscia di Gaza attraverso altri punti di accesso, in particolare il valico di Kerem Shalom, diventato il principale canale di rifornimento per la popolazione civile stremata dal genocidio.