7 ottobre, la LETTERA di Trump in risposta a famiglie degli ostaggi: "Lavorerò per la pace attraverso la forza, in Medio Oriente e nel resto del mondo"

Trump ha voluto esprimere gratitudine nei confronti dei familiari degli ostaggi ancora prigionieri nella Striscia di Gaza che ieri, 7 ottobre, hanno firmato un appello affinché al tycoon venga conferito il Premio Nobel per la pace

"Melania ed io inviamo i nostri più sinceri ringraziamenti al Forum delle Famiglie degli Ostaggi e dei Dispersi per la vostra lettera di nomina al Comitato del Premio Nobel per la Pace".

7 ottobre, la LETTERA di Trump in risposta a famiglie degli ostaggi: "Lavorerò per la pace attraverso la forza, in Medio Oriente e nel resto del mondo"

Si apre così la lettera di ringraziamento con cui il Presidente Usa Trump ha voluto riconoscere ed esprimere gratitudine nei confronti dei familiari degli ostaggi ancora prigionieri nella Striscia di Gaza. Ieri, 7 ottobre, data simbolica perché anniversario di quel sabato di due anni fa in cui l'attacco di Hamas ai kibbutz provocò la morte di 1200 persone e 250 rapiti, il Forum delle famiglie degli ostaggi (l'Hostages and Missing Families Forum) ha infatti firmato un appello chiedendo che il Premio Nobel per la Pace venga destinato proprio al tycoon, colui che "fin dal momento del suo insediamento ci ha portato la luce nei nostri momenti più bui". Sempre ieri, Trump ha così risposto all'appello, ribadendo il suo impegno a riportare a casa i parenti quanto prima, e promettendo di riportare la pace tanto in Medio Oriente quanto "nel resto del mondo" anche "attraverso la forza" se necessario.

"Dagli orribili eventi del 7 ottobre 2023 - prosegue la lettera -, che hanno visto famiglie distrutte, bambini strappati dalle braccia dei genitori e persone innocenti uccise, ferite e violentate, mi sono impegnato a riportare tutti gli ostaggi a casa e a garantire la totale distruzione di Hamas affinché questi atti orribili non possano mai più ripetersi. (...) 

Tutta la mia amministrazione è stata profondamente toccata dal fatto che, nonostante l’inimmaginabile dolore e sofferenza di trascorrere due anni senza sapere dove siano i vostri cari, avete continuato a raccontare le loro storie e a difendere la loro causa.

Sappiate che restiamo fermamente impegnati a porre fine sia a questo conflitto sia alle ondate di antisemitismo, in patria e all’estero. Come Presidente, resto fermamente impegnato a lavorare instancabilmente per ristabilire una politica estera basata sulla pace attraverso la forza, mettendo fine agli anni di guerre infinite, non solo in Medio Oriente, ma in tutto il mondo. Immaginiamo un tempo in cui, un giorno, il terrore e lo spargimento di sangue finiranno, anche in quelle nazioni lacerate da decenni, se non secoli, di conflitti". Quindi la benedizione finale e l'appello a pregare "affinché questo conflitto giunga al termine nel futuro. Nei prossimi giorni o altrimenti". In varie occasioni Trump ha prospettato l'utopia di ottenere il Premio Nobel: la prima quando ha parlato dal palco dell'Onu lo scorso 23 settembre, poi davanti a centinaia di generali a Quantico, Virginia.