Francia, 5 giornali invitati in Israele e pagati da Tel Aviv per fare "propaganda su Gaza", la denuncia di Abzouz: "Non l'hanno dichiarato"
Viaggio pagato da Israele per Le Journal du Dimanche, Le Figaro, La Croix, L'Express e Marianne: reportage guidati dall’esercito e zero trasparenza
Scandalo in Francia, quando diversi giornalisti hanno scoperto che ben 5 giornali nazionali sono stati invitati in Israele e pagati per fare vera e propria propaganda su Gaza, producendo reportage irrealistici sulla situazione nella Striscia. Il reporter Yunnes Abzouz ha denunciato la situazione: "I giornali hanno fatto tutto ciò e poi non hanno nemmeno dichiarato di essere stati pagati direttamente da Tel Aviv".
Francia, 5 giornali invitati e pagati da Israele per fare "propaganda su Gaza", la denuncia di Abzouz: "Non l'hanno dichiarato"
A luglio, poche settimane prima che Emmanuel Macron annunciasse la sua intenzione di riconoscere lo Stato di Palestina, Benjamin Netanyahu ha organizzato un viaggio stampa in Israele, interamente spesato dall’ambasciata israeliana in Francia. L’iniziativa, rivolta a cinque testate francesi – Le Journal du Dimanche, Le Figaro, La Croix, L’Express e Marianne – aveva un obiettivo chiaro: rafforzare la propaganda di Tel Aviv in un momento in cui la guerra a Gaza, definita genocidaria da numerose voci internazionali, suscita indignazione crescente.
L’ambasciata ha coperto voli, alberghi e pasti. Solo La Croix ha rifiutato di farsi pagare il viaggio. Ma a suscitare polemiche è stato soprattutto il fatto che alcune redazioni, tra cui JDD e Le Figaro, non hanno nemmeno informato i lettori che i loro articoli provenivano da un tour organizzato da Israele. Un dettaglio tutt’altro che secondario, considerando che dal 7 ottobre 2023 Israele impedisce ai giornalisti stranieri di entrare liberamente a Gaza e che oltre 200 reporter palestinesi sono stati uccisi sotto le bombe.
Il programma prevedeva visite guidate dall’esercito israeliano: dal confine libanese a quello siriano, fino al valico di Kerem Shalom, usato da Israele per mostrare pile di aiuti umanitari e accusare le Ong di non distribuirli. Non sorprende che gli articoli pubblicati restituiscano un racconto filtrato, fatto di testimonianze selezionate con cura e discorsi ufficiali.
Solo La Croix ed L’Express hanno preso le distanze dal dispositivo comunicativo israeliano. Al contrario, Marianne, JDD e Le Figaro hanno dato ampio spazio alle giustificazioni di Tel Aviv, senza chiarire al lettore il contesto: che le fonti incontrate erano state scelte da chi oggi è accusato di crimini di guerra.