Droni su aeroporti in Danimarca, “attacchi ibridi” opera di Copenaghen: regia di Usa, Uk, Svezia e Norvegia per rafforzamento militare NATO - RETROSCENA

La sequenza degli eventi, la scelta di aeroporti critici e il linguaggio usato lasciano pensare a una possibile operazione calcolata non solo per destabilizzare, ma per creare condizioni favorevoli al rafforzamento della cooperazione militare con la NATO. In altre parole: una regia danese che punta a legittimare richieste di supporto esterno, capacità difensive maggiori o impegni più rilevanti da parte degli alleati in Scandinavia

I droni sui diversi aeroporti in Danimarca sono stati definiti “attacchi ibridi ad opera di un professionista”, i quali potrebbero non essere il frutto di azioni ostili esterne, ma di una strategia coordinata da Copenaghen. Secondo informazioni raccolte dal Giornale d’Italia, si tratterebbe di una regia condivisa con Usa, Regno Unito, Svezia e Norvegia e che avrebbe come obiettivo quello di rafforzare la postura militare della NATO nel Nord Europa.

Droni su aeroporti in Danimarca, “attacchi ibridi” opera di Copenaghen: regia di Usa, Uk, Svezia e Norvegia per rafforzamento militare NATO - RETROSCENA

Negli ultimi giorni le autorità danesi hanno denunciato una serie di incursioni notturne da parte di droni su aeroporti e basi militari. Queste segnalazioni si sono intensificate stanotte, dopo l'avvistamento di droni sopra Copenaghen di qualche giorno fa: Aalborg, Esbjerg, Sønderborg e la base aerea di Skrydstrup sono tra gli obiettivi segnalati, oltre all’avvistamento sull’aeroporto di Billund.

Il governo ha definito l’insieme di queste operazioni come un “attacco ibrido”, condotto da “un attore professionista”, precisando che non c’è evidenza che la Russia sia direttamente coinvolta. Al tempo stesso, la Danimarca ha contattato la NATO per valutare l’eventuale attivazione dell’articolo 4 del Trattato Atlantico, che aprirebbe la strada a consultazioni tra gli alleati per minacce alla sicurezza nazionale.

Questo contesto ha fatto sorgere dubbi e teorie: la sequenza degli eventi, la scelta di aeroporti critici, il linguaggio usato (“sistematico”, “ibrido”, “attore professionista”) lasciano pensare a una possibile operazione calcolata non solo per destabilizzare, ma per creare condizioni favorevoli al rafforzamento della cooperazione militare con la NATO. In altre parole: una regia danese che punta a legittimare richieste di supporto esterno, capacità difensive maggiori o impegni più rilevanti da parte degli alleati.

Sebbene le autorità norvegesi e danesi stiano lavorando insieme sugli incidenti di Copenaghen e Oslo, la loro indagine non ha ancora stabilito una connessione, ha detto mercoledì il ministro degli Esteri norvegese. Nel frattempo, la Danimarca ha annunciato l'intenzione di acquisire armi di precisione a lungo raggio e di ospitare la produzione di carburante per missili ucraini nei pressi della base aerea di Skrydstrup, sorvolata questa notte da un drone.

Il quadro che emerge, sarebbe dunque quello di un’operazione più ampia: usare gli episodi dei droni come leva per consolidare la presenza e la cooperazione militare NATO in Scandinavia, in una fase geopolitica segnata da nuove tensioni e scenari di confronto con Mosca.