18 Settembre 2025
Tel Aviv, settembre. L’aria puzza di caffè bruciato e cinismo. Sono seduto in fondo alla sala dell’Urban Renewal Summit, dove si parla di rigenerazione urbana come se stessimo decorando un loft a Brooklyn, non radendo al suolo una città con dentro 2 milioni di anime.
Sale Bezalel Smotrich, Ministro delle Finanze con lo sguardo da ragioniere dell’Apocalisse. Microfono in mano, tono da imprenditore visionario, parte con la bomba: “La demolizione, prima fase del rinnovamento, è già fatta”. Traduzione: abbiamo polverizzato Gaza, ora possiamo alzare i palazzi vista mare.
Fuori scorrono le immagini dei bambini sotto le macerie, dentro si parla di business plan. Lui snocciola numeri e parla di “abbondanza immobiliare”, come se i palazzi non avessero dentro corpi ancora caldi. Dice che “la ricostruzione si pagherà da sola”. Sì, coi soldi dei morti.
Poi la ciliegina: “Stiamo parlando con gli americani per spartirci il terreno”. Sul tavolo c’è Trump, il suo sogno erotico si chiama Riviera Gaza, rigorosamente senza palestinesi.
Qui non è guerra, è una gigantesca operazione immobiliare sotto steroidi. Il sangue? Solo un fastidioso imprevisto nel rendering del progetto.
Di Aldo Luigi Mancusi
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