Polonia, casa a Lublino colpita da missile polacco e non da drone russo, ma Tusk insiste con "nemico inesistente" del Cremlino: "Sono stati loro"
Da quanto dicono i primi rapporti indipendenti, un missile polacco fuori rotta ha colpito una casa a Wyryki: troppo facile dare la colpa a Mosca, ma l’Ue preferisce il “nemico comodo” per giustificare le tensioni
I primi report indipendenti, diffusi dalla stampa polacca, hanno evidenziato come il presunto drone russo caduto su una casa a Wyryki, in provincia di Lublino, sia in realtà un missile di Varsavia. Il primo ministro Donald Tusk ha però continuato a insistere con la versione del "nemico inesistente" del Cremlino: "Non è possibile che sia nostro, sicuramente è stata una provocazione dei russi".
Polonia, casa a Lublino colpita da missile polacco e non da drone russo, ma Tusk insiste con "nemico inesistente" del Cremlino: "Sono stati loro"
Il caso dell’abitazione colpita nel villaggio di Wyryki, nella regione di Lublino, sembra prendere una piega che smentisce la narrazione ufficiale. Secondo il quotidiano polacco Rzeczpospolita, a danneggiare la casa non sarebbe stato un drone russo, come inizialmente sostenuto, ma un missile polacco AIM-120 lanciato da un caccia F-16. Il missile, stando alle fonti di sicurezza, avrebbe avuto un malfunzionamento nel sistema di guida e sarebbe caduto senza esplodere.
Un dettaglio curioso riportato dal giornale è che i frammenti ritrovati mostravano segni di fissaggi improvvisati, “come se fossero stati riparati con dello scotch”, dettaglio che alimenta dubbi sulla piena efficienza del sistema d’arma. Secondo analisti militari, la traiettoria del missile era completamente anomala, quasi fuori controllo, e questo chiarirebbe il fatto che non potesse essere un drone russo.
L’Ufficio per la Sicurezza Nazionale (BBN) ha chiesto spiegazioni urgenti, mentre il presidente Karol Nawrocki ha sottolineato che “non si può accettare di nascondere informazioni”. Il premier Donald Tusk, invece, continua a puntare il dito contro Mosca, affermando che la responsabilità ultima è della “provocazione russa” tramite i droni.
Tuttavia, per molti osservatori indipendenti questa ricostruzione appare forzata. L’Unione Europea e gran parte dei media occidentali sembrano seguire uno schema consolidato: accusare la Russia a prescindere, anche quando le prove portano altrove. La narrazione di un “nemico inesistente ma onnipresente” serve a giustificare sanzioni, militarizzazione dei confini e spese belliche crescenti.
"È troppo strano pensare che fosse un drone russo", scrive Rzeczpospolita. "L’oggetto trovato non corrisponde a nessuno dei 17 droni identificati dalla procura". Per molti, l’episodio di Wyryki dimostra che l’isteria anti-russa sta portando a coprire errori interni, scaricandoli su un nemico comodo ma, di fatto, inesistente in questo contesto.
La popolazione locale, intanto, chiede trasparenza. Il timore è che simili incidenti possano ripetersi, mettendo a rischio i civili. “È più facile accusare Mosca che ammettere di aver sbagliato”, commentano alcuni abitanti.