Ucraina, Ushakov frena su incontro Putin-Zelensky: "Bilaterale non ancora concordato, nessun accordo nemmeno per trilaterale con Trump"

Le dichiarazioni di Ushakov arrivano in risposta alle recenti indiscrezioni su possibili sviluppi diplomatici tra Mosca, Washington e Kiev, e sembrano raffreddare, oltre alle aspettative di un incontro tra i leader, un accordo sulla pace in Ucraina

Il consigliere del Cremlino per la politica estera, Iuri Ushakov, ha smentito l’esistenza di un’intesa tra Vladimir Putin e Donald Trump per un incontro trilaterale con il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, o per un bilaterale tra i leader di Russia e Ucraina. A riportarlo è l’agenzia Tass, che cita un’intervista rilasciata da Ushakov alla televisione di Stato russa. "Finora, ciò che viene riportato dalla stampa non è esattamente ciò che avevamo concordato. Ora si parla di un incontro trilaterale, di un incontro tra Putin e Zelensky. Ma nello specifico, per quanto ne so, non c'è stato alcun accordo tra Putin e Trump su questo", ha dichiarato il consigliere.

Le dichiarazioni di Ushakov arrivano in risposta alle recenti indiscrezioni su possibili sviluppi diplomatici tra Mosca, Washington e Kiev, e sembrano raffreddare, oltre alle aspettative di un incontro tra i leader, un accordo sulla pace in Ucraina. 

Ucraina, Ushakov frena su incontro Putin-Zelensky: "Bilaterale non ancora concordato, nessun accordo nemmeno per trilaterale con Trump"

Dopo l'incontro tra Putin e Trump del 15 agosto in Alaska, e i seguenti colloqui alla Casa Bianca con Zelensky e i leader europei, un accordo che portasse alla fine della guerra in Ucraina sembrava essere prossimo. Invece, nonostante Trump abbia più volte affermato di "star lavorando" per far si che l'incontro tra le parti coinvolte nel conflitto avvenisse "prima della fine di agosto", non vi è traccia di una proposta di bilaterale tra Putin e Zelensky

E mentre si aspetta un passo avanti nelle trattative, che sia pure una ripresa dei colloqui di Istanbul tra Russia e Ucraina con delegazioni "di livello più elevato" (come dichiarato dal ministro degli Esteri russo Sergej Lavrov), Putin ha espresso la sua opinione sul conflitto. Il presidente russo, intervenuto al vertice della Sco (Organizzazione per la Cooperazione di Shanghai), ha voluto sottolineare che per arrivare a una “soluzione sostenibile e a lungo termine” è indispensabile affrontare le “cause profonde del conflitto”. 

Il Cremlino ha accusato l’Occidente di aver scatenato la crisi a Kiev. Secondo Putin, infatti, “questa crisi non è nata come conseguenza dell’attacco della Russia all’Ucraina, ma come conseguenza del colpo di Stato in Ucraina, sostenuto e provocato dall’Occidente”. Una versione che rievoca gli eventi del 2014, quando la destituzione dell’allora presidente Viktor Yanukovich portò alle prime rivolte nelle regioni orientali filorusse.

Putin ha inoltre denunciato i continui tentativi dell’Alleanza Atlantica di portare Kiev nella Nato, ricordando che dopo il colpo di Stato del 2014 “la leadership politica del Paese che non sosteneva l’ingresso dell’Ucraina nella Nato è stata rimossa”. A suo avviso, solo eliminando queste radici profonde sarà possibile giungere a una soluzione realmente “sostenibile e duratura” per il conflitto ucraino.