Carestia a Gaza, l'allarme dell'Onu: "Entro settembre oltre 640mila palestinesi a rischio fame, Israele blocca invio anche di tende per profughi"

"Praticamente nessuno a Gaza è al sicuro dalla fame" denunciano le Nazioni Unite

La carestia nella Striscia di Gaza continua a peggiorare drammaticamente. “Oltre mezzo milione di persone attualmente soffrono la fame, l'indigenza e la morte a Gaza. Entro la fine di settembre, questo numero potrebbe superare le 640mila. Praticamente nessuno a Gaza è immune dalla fame: si prevede che almeno 132mila bambini sotto i 5 anni soffriranno di malnutrizione acuta da qui alla metà del 2026. Dietro questi numeri spaventosi ci sono vite umane: figlie, figli, madri e padri. Futuri spezzati e comunità segnate”, ha dichiarato Joyce Msuya, vice capo degli affari umanitari delle Nazioni Unite, durante un intervento al Consiglio di Sicurezza.

Carestia a Gaza, l'allarme dell'Onu: "Entro settembre oltre 640mila palestinesi a rischio fame, Israele blocca invio anche di tende per profughi"

Msuya ha sottolineato l’urgenza di un’azione immediata, avvertendo che “non agire ora avrà conseguenze irreversibili. Questa carestia non è il risultato della siccità o di qualche forma di disastro naturale. È una catastrofe creata, il risultato di un conflitto che ha causato ingenti morti, feriti, distruzione e sfollamenti forzati tra i civili”. Ha poi aggiunto: “Questa carestia è anche il risultato di 22 mesi di distribuzione limitata e compromessa di forniture umanitarie e commerciali essenziali”.

Nel frattempo, anche le agenzie umanitarie continuano a segnalare gravi impedimenti all’ingresso di beni di prima necessità nella Striscia. Secondo quanto riferito dal portavoce dell’Onu, Stephane Dujarric, “i tentativi di organizzazioni umanitarie di portare materiali per l'alloggio nella Striscia di Gaza sono stati respinti dalle autorità israeliane”.

Come abbiamo ripetutamente sottolineato – ha ricordato Dujarric – molte tende e teloni utilizzati dai civili, costretti a spostarsi e già sfollati più volte, si sono deteriorati e devono essere urgentemente sostituiti. Inoltre, le alte maree durante la notte hanno sommerso le tende sulla spiaggia, colpendo circa 200 famiglie, secondo quanto ci riferiscono i nostri colleghi”.
Tende e altri materiali per l'alloggio – ha aggiunto – devono essere autorizzati a entrare in tutte le zone di Gaza, inclusa direttamente la parte settentrionale e la città di Gaza, dove sono disperatamente necessari”.

Anche Save the Children ha lanciato un durissimo allarme. Intervenendo al Consiglio di Sicurezza, la Ceo dell’organizzazione, Inger Ashing, ha parlato senza mezzi termini: “La carestia a Gaza è una carestia progettata, una carestia prevista, una carestia provocata dall'uomo”.

Ashing ha descritto una realtà agghiacciante: “Le cliniche dell'Ong a Gaza sono sopraffatte dal bisogno”, ha detto, riferendo di bambini malnutriti e madri disperate. “I bambini non hanno la forza di parlare o persino di gridare per l'agonia. Giacciono lì, emaciati, letteralmente consumati da fame e malattie, perché le scorte mediche e nutrizionali specialistiche di cui hanno bisogno sono praticamente esaurite”.

Ha poi denunciato la paralisi degli aiuti: “Migliaia di camion carichi di beni salvavita sono tutti bloccati”. E ha condiviso un drammatico messaggio arrivato da uno dei piccoli pazienti: “In queste ultime settimane, sempre più bambini hanno espresso il desiderio di morire. Uno di loro ha scritto: 'Vorrei essere in paradiso, dove c'è mia madre. In paradiso c'è amore. C'è cibo e acqua'”.

In questo scenario, le dichiarazioni del ministro degli Esteri israeliano, Gideon Sa’ar, suonano agghiaccianti. Dopo un incontro definito “positivo” con il segretario di Stato americano Marco Rubio, Sa’ar ha ribadito una posizione netta: Non ci sarà alcuno Stato palestinese”, come riportato dal Jerusalem Post.