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Gaza, 1126 scienziati del CERN chiedono di rivedere i rapporti dell'istituto con Israele: "Non possiamo essere complici del genocidio"

Una petizione senza precedenti indirizzata al più grande laboratorio di fisica delle particelle del mondo

08 Agosto 2025

Gaza, 1126 scienziati del CERN chiedono di rivedere i rapporti con Israele: "Non possiamo essere complici del genocidio"

Cern Fonte: Imagoeconomica

L'appello: "Non possiamo essere complici del genocidio". Il più grande laboratorio di fisica delle particelle al mondo si trova al centro di una controversia internazionale senza precedenti. Oltre mille scienziati hanno presentato una petizione al CERN (European Organization for Nuclear Research) chiedendo all'organizzazione di rivedere i suoi rapporti di collaborazione scientifica con Israele a causa della continua aggressione armata dello Stato sionista contro i palestinesi di Gaza.

La petizione, che ha raccolto 1.126 firme totali, di cui 828 ricercatori interni del CERN e 298 accademici da tutto il mondo, rappresenta una sfida senza precedenti per l'istituzione che dal 1954 si è sempre mantenuta al di sopra delle controversie politiche, dedicandosi esclusivamente alla ricerca scientifica fondamentale.

Il contenuto dell'appello

L'appello avverte il CERN di essere complice di "campagne militari e terroristiche in Medio Oriente" e chiede che vengano prese "tutte le misure necessarie" per garantire che nessuno dei collaboratori del laboratorio diventi "direttamente o indirettamente complice" delle operazioni militari israeliane.

"Come scienziati, non possiamo tollerare che l'attuale stato di guerra imposto dal governo israeliano ai palestinesi, insieme al tributo inaccettabile di vite e all'affronto alla dignità umana, comprometta anche la continua collaborazione pacifica degli scienziati israeliani e palestinesi tra loro e con il resto della comunità", si legge nella petizione.

Il documento, supportato da un parere legale richiesto ai professori italiani di diritto internazionale Alessandra Annoni (Università di Ferrara) e Luigi Daniele (Nottingham Law School), chiede che tutti i partner situati in Israele "mostrino un chiaro impegno a rifiutare ogni forma di collaborazione con autorità, istituzioni o aziende israeliane" che contribuiscano all'occupazione illegale del territorio palestinese o ad altre gravi violazioni del diritto internazionale.

Il precedente russo e l'accusa di doppio standard

La petizione arriva in un momento particolare per il CERN, che ha già dimostrato di essere disposto a prendere posizioni politiche quando sono in gioco violazioni del diritto internazionale. Nel marzo 2022, il CERN ha sospeso tutte le collaborazioni con la Russia a causa dell'invasione dell'Ucraina, dichiarando che "l'aggressione di un paese contro un altro va contro i valori per cui l'Organizzazione si batte".

Organizzazioni accademiche palestinesi hanno già accusato il CERN di ipocrisia selettiva, sottolineando come l'organizzazione abbia mostrato di essere "preparata a prendere misure di responsabilizzazione in caso di violazioni del diritto internazionale, tuttavia in maniera ipocrita e selettiva".

Israele membro dal 2014: una partnership controversa fin dall'inizio

Israele è diventato il 21° Stato membro del CERN il 6 gennaio 2014, dopo essere stato Osservatore dal 1991 e Membro Associato dall'ottobre 2011. L'adesione era già stata controversa in alcuni ambienti, poiché negli anni precedenti accademici nel Regno Unito e in Sud Africaavevano chiesto di boicottare la collaborazione con Israele in risposta al conflitto in corso con i palestinesi. Paradossalmente, il fondo israeliano per il CERN è stato utilizzato anche per sostenere studenti palestinesi presso il laboratorio, in quello che alcuni vedevano come un esempio di come la scienza potesse costruire ponti oltre le divisioni politiche.

Un numero crescente di università europee sta riducendo o cancellando del tutto i propri legami con Israele a causa del genocidio in corso, inclusi progetti esistenti nell'ambito di Horizon Europe, spingendo il ministro della scienza israeliano a tenere colloqui d'emergenza con i leader della ricerca del Paese.

Le prospettive future

Il Consiglio del CERN, l'organo decisionale dell'organizzazione composto dai rappresentanti dei 25 Stati membri, dovrà ora decidere come rispondere a questa pressione senza precedenti, dato che nel momento in cui viene pubblicato questo articolo non ha ancora rilasciato una dichiarazione ufficiale in risposta alla petizione. La decisione avrà implicazioni non solo per la collaborazione scientifica immediata, ma anche per il futuro modello di governance delle grandi organizzazioni scientifiche internazionali.

La petizione rappresenta un momento di svolta per un'istituzione che ha sempre cercato di rimanere al di sopra delle controversie politiche, concentrandosi esclusivamente sulla ricerca dei segreti fondamentali dell'universo. La domanda ora è se sarà possibile continuare a mantenere questa posizione in un mondo sempre più polarizzato.

Di Eugenio Cardi

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