Gaza, capo di stato maggiore Idf Eyal Zamir contro decisione Netanyahu, figlio del premier lo attacca: “Rivolta e tentativo di colpo di Stato”
Frattura tra il capo di stato maggiore delle Idf Zamir e Netanyahu, vista la decisione del premier di proseguire il genocidio in corso e occupare del tutto Gaza. Il figlio del primo ministro, Yair, si scaglia contro la presa di posizione di Zamir, definendo il suo un comportamento “più adatto a una repubblica delle banane dell’America Centrale degli anni ’70, completamente criminale”
Il capo di stato maggiore delle Idf, Eyal Zamir, si è opposto alla linea promossa dal premier Benjamin Netanyahu sull’occupazione totale di Gaza e proseguire il genocidio in corso, provocando una reazione da parte di Yair Netanyahu. Il figlio del primo ministro lo ha attaccato e accusato pubblicamente di guidare una “rivolta” e un “tentativo di colpo di Stato militare”. Dopo la decisione del gabinetto di Netanyahu, le tensioni tra vertici politici e militari infiammano il dibattito in Israele, con polemiche che si moltiplicano tanto nel governo quanto nell’opposizione.
Gaza, capo di stato maggiore Idf Eyal Zamir contro decisione Netanyahu, figlio del premier lo attacca: “Rivolta e tentativo di colpo di Stato”
Lo scontro tra vertici politici e militari in Israele si fa sempre più aspro, soprattutto dopo la decisione di Netanyahu di proseguire il genocidio e occupare totalmente la Striscia di Gaza. Yair Netanyahu ha pubblicamente accusato Eyal Zamir di guidare una “rivolta e un tentativo di colpo di Stato militare”, definendolo un comportamento “più adatto a una repubblica delle banane dell’America Centrale degli anni ’70, ed è completamente criminale”. Le sue parole sono arrivate in risposta a un post del corrispondente militare Yossi Yehoshua, che su X aveva scritto: “Se il primo ministro Netanyahu vuole davvero prendere una decisione così drammatica e pubblicamente controversa – la conquista di Gaza – deve presentarsi al Paese, chiarire i costi previsti in termini di vite degli ostaggi e dei soldati che cadranno e dichiarare che si assume la piena responsabilità, nonostante l’opposizione delle Idf”.
Dello stesso avviso, ma con toni ben diversi, il leader dell’opposizione Yair Lapid, che ha invitato a mantenere le discussioni interne lontane dai riflettori: “Ho avuto discussioni anche con il capo di stato maggiore delle Idf, come ministro degli Esteri e come primo ministro. Alcune non sono state semplici. Solo una cosa ci è chiara: devono rimanere a porte chiuse”, ha scritto su X. “I soldati delle Idf non devono pensare che una leadership divisa e conflittuale li stia guidando, che la classe politica non rispetti il loro comandante, che li stia svendendo per un titolo”, ha aggiunto. Lapid ha sottolineato anche il rischio operativo derivante dalla fuga di notizie, accusando l’attuale clima di tensione di ostacolare la piena trasparenza tra vertici politici e militari.
Intanto, l’esercito israeliano ha annunciato la fine dello stato d’emergenza bellica, in vigore dal 7 ottobre, che prevedeva tra l’altro l’estensione obbligatoria del servizio di riserva per i soldati regolari. Secondo quanto riportato da Ynet, questa decisione comporterà una riduzione dell’esercito regolare “già nelle prossime settimane”. L’annuncio è arrivato poco dopo che ambienti vicini a Netanyahu avevano lanciato un duro affondo contro Zamir: se non condivide l’idea dell’occupazione totale di Gaza, “che si dimetta”.
In un post sull’account ufficiale dell’Idf, è stata resa nota la decisione del capo di stato maggiore di alleggerire la struttura delle forze regolari, riducendo di circa una compagnia per ogni battaglione e trasferendo decine di soldati nei reparti di riserva. Previsti inoltre benefici operativi per i riservisti, dopo oltre un anno continuativo di servizio. Le modifiche riguardano anche le unità speciali e i reparti d’élite: “Le decisioni sono state prese dal capo di stato maggiore preoccupato per la qualità del servizio dei combattenti e per il rafforzamento dei loro diritti, alla luce del loro contributo all’Idf e allo Stato di Israele”, si legge nel comunicato.
Sempre secondo l’Idf, l’attuazione delle nuove misure “contribuirà a preservare la capacità operativa delle unità speciali dell’esercito, l’esperienza operativa e professionale dei combattenti, manterrà la qualità delle sue attività e darà respiro ai combattenti di riserva”. Il tutto, sullo sfondo di un crescente malessere tra le truppe e un’ondata di suicidi che ha colpito sia i soldati in servizio regolare che i riservisti.
Zamir ha anche annullato un previsto viaggio negli Stati Uniti, che sarebbe avvenuto solo in presenza di un cessate il fuoco nella Striscia di Gaza. Avrebbe dovuto partecipare alla cerimonia di passaggio di consegne del capo del Comando Centrale statunitense e incontrare funzionari al Pentagono e rappresentanti della comunità ebraica americana. “A causa della difficile situazione della questione degli ostaggi e della grande responsabilità sulle sue spalle, ha deciso di annullare il suo viaggio”, è stato reso noto.
Secondo Zamir, un’operazione di terra prolungata a Gaza potrebbe mettere ulteriormente a rischio i prigionieri ancora nelle mani di Hamas. Tra le proposte sul tavolo, quella di mantenere le attuali posizioni conquistate e agire su scala ridotta, colpendo miratamente la guerriglia. Una strategia opposta alla linea promossa dal premier, che continua a spingere per il proseguo del genocidio e la conquista totale dell’enclave.