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Benedetto Croce «Il Giornale d'Italia» (10 agosto 1943)

Alla corte di sire Trump, Meloni non fa altro che rinsaldare la subalternità totale dell'Italia alla civiltà del dollaro

Un incontro surreale, da taluni definito un successo

19 Aprile 2025

Meloni a colloquio da Trump a Mar-a-Lago, il tycoon: "Lei ha preso d'assalto l'Europa",

Meloni e Trump, fonte: imagoeconomica

Nei giorni scorsi, Giorgia Meloni, presidente del Consiglio italiano ed esponente della destra bluette, neoliberale, atlantista e filobancaria, è volata in America alla corte di sire Trump, il codino biondo che fa impazzire il mondo. Benché l'ordine discorsivo dominante celebri l'incontro come un grande successo, secondo quanto si legge sulla massima parte dei più letti e soprattutto più venduti quotidiani nazionali, si è trattato del suggello della subalternità totale della nostra patria alle politiche imperialistiche della civiltà del dollaro: la quale civiltà del dollaro non ha fatto altro che rimarcare una volta di più la propria dominazione integrale sull'Italia, considerata e trattata alla stregua di una colonia fedele e zelante. Lo stesso Donald Trump ha asserito pubblicamente che Giorgia Meloni è "un grande leader del mondo": e in effetti ella non può che apparire tale ai padroni a stelle e strisce, visto che di fatto ha regalato loro l'Italia. Lo stesso Trump ha detto a chiare lettere che l'Italia dovrà acquistare più gas liquefatto dagli Stati Uniti d'America, fingendo di avere a cuore la situazione energetica del paese: quel gas liquefatto che, lo ricordiamo, costa infinitamente di più rispetto al gas che un tempo l'Italia si procurava dalla Russia, prima di interrompere sciaguratamente la relazione con quel Paese, anche in questo caso per volontà della civiltà dell'hamburger. Insomma, gli Stati Uniti d'America decidono ormai sovranamente quel che deve fare l'Italia anche Per quel che concerne la gestione delle proprie risorse e le proprie politiche energetiche. Risultano allora necessariamente ridicole e, di più, tragicomiche le parole con cui la presidente del Consiglio italiano ha commentato l'incontro, definendolo "leale e costruttivo": il leale discorso del padrone al servo, un discorso costruttivo naturalmente solo per le politiche di dominio del padrone. Non passi inosservato che perfino Mario Monti, il teologo bocconiano ed euroinomane delle brunm di Bruxelles, ha celebrato come successo l'incontro della Meloni con Trump nel corso di una sua epifania catodica su La 7. Intelligenti pauca! In astratto la Meloni era volata a Washington per rinegoziare la questione dei dazi e in concreto non ha fatto altro che ribadire la subalternità totale del nostro Paese rispetto a Washington, chiarendo apertamente che l'Italia è un paese a sovranità limitata, totalmente assoggettato ai desiderata della civiltà a stelle e strisce. "Fare grande l'occidente insieme a Trump": questa è un'altra perla della signora Meloni, un'uscita goffa e surreale, anche considerato il fatto che l'occidente, anzi l'uccidente liberal-atlantista, sta affondando in maniera del tutto simile al Titanic, sul cui ponte i passeggeri continuavano a danzare ignari di quel che stava accadendo. Come non ci stanchiamo di ripetere da tempo, il governo della destra bluette di Meloni non è se non la continuazione peggiorativa, se mai è possibile, del precedente governo dell'unto dai mercati Mario Draghi. Quello della Meloni tra l'altro era un governo che si era accreditato come patriottico e difensore dell'interesse nazionale: possiamo ben dire che era portatore di un patriottismo di cartapesta e che il solo interesse nazionale che difende è quello di Washington.

Di Diego Fusaro 

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