Gaza, Nagasaki non invita Israele per commemorazione bombardamento atomico, ok ai rappresentanti palestinesi, no secco dalla Cina

Le dichiarazioni del sindaco di Nagasaki parlano chiaro, Israele non sarà presente alla cerimonia annuale del 9 agosto in ricordo delle vittime. Le cause? Stando alle parole del sindaco Shiro Suzuki, i motivi del mancato invito non sarebbero legati alla politica. “ma è basata sulla nostra speranza che la cerimonia possa svolgersi senza intoppi e nella giusta atmosfera di solennità”- ha detto Suzuki. Le autorità israeliane si sono dette molto deluse in seguito alla decisione presa. L’ambasciatore israeliano in Giappone, Gilad Cohen, l’ha definita una scelta “riprovevole” e sostenendo che invii “il messaggio sbagliato al mondo”. Non è mancato invece l’invito alla rappresentanza palestinese.

Gaza, Nagasaki non invita Israele per commemorazione bombardamento atomico, ok ai rappresentanti palestinesi, no secco dalla Cina

D’altra parte, Hiroshima, l’altra città bombardata nel 1945, ha aperto alla possibilità di ricevere presenze israeliane. A darne l’annuncio è stata l’intera amministrazione della città giapponese. Il governo Israeliano infatti, intende mandare dei rappresentanti all’annuale cerimonia commemorativa del 6 agosto. All’interno dell’invito però, vi era allegato un appello per chiedere l’immediata cessione dei bombardamenti sulla striscia di Gaza.

Il rifiuto della Cina

L’invito era stato esteso anche alla Cina. All’epoca, nel 1945, i 2 stati erano in conflitto tra di loro. Scatenando una vera e proprio guerra denominata “Seconda guerra Sino-giapponese. Inoltre la Cina ha avuto molte vittime sotto l’occupazione giapponese. Sarà forse queste le motivazioni del rifiuto. Il fatto di non aver mai ricucito i rapporti? A bollare l’invito ci sono anche paesi come Pakistan e Corea del Nord

L’esclusione della Russia

Non solo Israele. Da tre anni, a seguito dell’invasione dell’Ucraina, l’amministrazione di Hiroshima ha sospeso gli inviti anche a Russia e Bielorussia, una decisione bollata come “ipocrita” da alcuni residenti e attivisti, secondo cui la medesima linea andrebbe applicata ad altri Paesi impegnate in altri conflitti.