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Ilaria Salis, l'eurodeputata ungherese Gyori: "Se eletta non sarebbe la prima criminale all'Eurocamera, candidatura inconcepibile"

L'ex ambasciatrice magiara a Roma, in quota Orban, prende posizione circa la vicenda che vede coinvolta la maestra brianzola rinchiusa in un carcere di Budapest, lo fa direttamente dall'aula di Strasburgo, che potrebbe vedere tra qualche mese, se eletta, proprio l'italiana tra i banchi

24 Aprile 2024

L'europarlamentare ed ex ambasciatrice ungherese a Roma Eniko Gyori

Fonte: Imagoeconomica

Ilaria Salis fa il suo "debutto" a Strasburgo, ma per il momento come tema di discussione. Avviene durante l'ultima plenaria del Parlamento europeo, quando un'eurodeputata magiara del partito del premier Orban, il Fidesz, non ha lesinato commenti duri nei confronti dell'italiana reclusa a Budapest e candidata alle europee di giugno per l'Alleanza verdi e sinistra (Avs). La maestra brianzola è detenuta dal febbraio 2023 nelle carceri della capitale ungherese, con l'accusa di aver aggredito due uomini durante una manifestazione di estrema destra a Budapest. 

Eniko Gyori: "Se eletta non sarebbe la prima criminale all'Eurocamera, candidatura inconcepibile"

"Se Ilaria Salis a luglio dovesse sedere all'Eurocamera, non sarebbe un problema, d'altronde in quest'aula non sarebbe la prima criminale". Ci va giù duro, esprimendosi in italiano, Eniko Gyori, ex-ambasciatrice ungherese a Roma ed eletta a Strasburgo nelle liste di Fidesz. Che poi prosegue: "Il fatto che i Verdi abbiano deciso di candidarla per noi risulta comunque inconcepibile. Da una donna in galera per aver aggredito delle persone per strada a diventare una candidata ufficiale alle elezioni è un passaggio troppo corto. Evidentemente -prosegue la Gyori- è sufficiente lamentarsi delle condizioni carcerarie ungheresi inumane e il fatto di essere portati in tribunale con le catene ai piedi".

"Mia figlia sottoposta a carcerazione dura, è solo imputata non condannata"

Presente in aula anche Roberto Salis, il padre dell'imputata che ha voluto sottolineare come "mia figlia sia imputata,  e non condannata", e che "se qualcuno definisce mia figlia una criminale non fa che comprovare quanto stiamo dicendo e quanto abbiamo scritto nella mozione che presenteremo in Aula". Nel pomeriggio di mercoledì è infatti previsto un voto del parlamento europeo sullo Stato di diritto in Ungheria, tema sempre controverso e molto combattuto. "Mia figlia è sottoposta a una carcerazione dura da 14 mesi e ha la possibilità di parlare 70 minuti alla settimana con soltanto tre numeri abilitati, per cui è estremamente difficoltoso dialogare con mia figlia", ha proseguito il padre di Ilaria. E ha aggiunto che la giovane donna "non ha piena contezza di quello che avviene nel territorio italiano e nella politica italiana. E deve prendere comunque delle decisioni per lei molto importanti". "Io questa non la considero una campagna elettorale", ha poi risposto ai cronisti che lo interrogavano circa il gruppo parlamentare che potrebbe ospitare la figlia se eletta a Strasburgo (cioè uno i Verdi oppure la Sinistra): "In questo momento io sono il papà di Ilaria e sono qui per difendere i diritti di mia figlia", ha evidenziato.

"Caso giudiziario con risvolti mediatici solo per attaccare la Meloni"

I fatti per cui la Salis è in galera risalgono al 10 febbraio scorso alla viglia delle manifestazioni per il cosiddetto Giorno dell'onore a Budapest: una celebrazione per commemorare il tentativo, nel febbraio 1945, da parte dei nazisti ungheresi di porre fine all'assedio dell'allora Unione Sovietica nei confronti di Budapest, con gli abitanti della capitale praticamente finiti intrappolati e senza vie di fuga. Da fine anni 90' è diventato un appuntamento fisso per tutte le destre europee. Per l'ex ambasciatrice il caso giudiziario che vede coinvolta l'italiana, con tutti i risvolti mediatici, è solo una strumentalizzazione della sinistra per attaccare il governo di Giorgia Meloni ."Da noi la politica e la giustizia sono separate", ha ribadito, "e vedo che lo sono anche per il governo Meloni. Io apprezzo molto che il governo Meloni rispetti l'indipendenza della giustizia, non importa in quale Paese si svolga un processo".

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