Russia, fermato direttore di Novaya Gazeta Sokolov, accusato di aver screditato le forse russe: rischia multa di 50mila rubli (500 €)

Giovedì 29 febbraio Serghei Sokolov, direttore del giornale russo Novaya Gazeta, è stato fermato e condotto a un commissariato di Mosca dove, a detta della stessa testata russa, la polizia ha redatto un rapporto in cui é stato scritto che il giornalista é accusato di "discredito nei confronti delle forze armate russe". Lo stato di fermo ai danni del giornalista russo, di cui si conoscono ancora pochi dettagli, arriva a poche ore di distanza dai funerali di Alexei Navalny, in programma a Mosca il prossimo venerdì, un momento quindi molto "movimentato" per il Cremlino e in cui le pressioni internazionali stanno aumentando.

Russia, fermato direttore di Novaya Gazeta Sokolov, accusato di aver screditato le forse russe

Stando a quanto riferisce in un articolo pubblicato stamani la stessa Novaya Gazeta, giornale russo fondato da Michail Gorbacev  nel 1993 e che é rimasto in attività online fino al 2022, Sokolov é stato fermato dalle forze dell'ordine moscovite per un post pubblicato su Telegram in cui metteva in risalto "materiale che screditava le forze armate": se sarà riconosciuto come colpevole, comunque, rischia al massimo una sanzione pecuniaria di 50.000 rubli (cinquecento euro circa) per aver appunto espresso dubbi sulle forze armate di Mosca impegnate in questo momento nella guerra in Ucraina. Il caso sarà sottoposto alle attenzioni della giudice Ashurova Olga Anatolyevna ed é stato commentato dallo stesso direttore: "Ho letto il protocollo, non sono d'accordo con quanto scritto", ha dichiarato il giornalista. 

Rimasto in Russia a partire dal 2022 - anno in cui è scaduta la licenza mediatica del suo giornale, fondamentale per operare in Russia nel campo dei media -, mentre gran parte dei suoi colleghi fondavano a Riga, in Lettonia, Novaya Gazeta Europe (quotidiano marcatamente anti Putin), Sokolov é stato nominato direttore della testata lo scorso settembre 2023, succedendo al premio Nobel Dmitry Muratov, designato dalle autorità russe come "agente straniero".