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Ucraina, bandiere al vento al cimitero di Kharkiv: 300.000 ragazzi morti per la gloria dell'Impero americano

Fotografie di ragazzi, morti per difendere i confini di una Nazione nata il 24 agosto del 1991. Il cimitero è immenso, la terra gelata, il vento sibila facendo sventolare le bandiere: quelle gialle e azzurre e quelle nere e rosse dei nazionalisti

29 Dicembre 2023

Ucraina, bandiere al vento al cimitero di Kharkiv: 300.000 ragazzi morti per la gloria dell'Impero americano

Due donne camminano nel cimitero di Kharkov. Sopra ogni tomba, una bandiera. Fotografie di ragazzi, morti per difendere i confini di una Nazione nata il 24 agosto del 1991. Il cimitero è immenso, la terra gelata, il vento sibila facendo sventolare le bandiere: quelle gialle e azzurre e quelle nere e rosse dei nazionalisti.

Le donne si scambiano poche semplici parole in ucraino: “Chi abiterà il nostro Paese?”. “Sono tutti morti”.

Ricordo quelle bandiere in Khreschatyk Street la notte in cui Viktor Janukovyč lasciò il potere, sconfitto dai manifestanti di Euromaidan.

Ho sempre cercato di essere equilibrato nelle mie analisi, ho scritto più volte (perché io c’ero, sono un testimone oculare) che se è vero che Euromaidan fu organizzata dagli americani, è altrettanto vero che la parte Occidentale dell’Ucraina festeggiò la caduta di Viktor Janukovyč, nato nell’Est, a Jenakijeve, una città dell'oblast' di Donetsk. Ma nulla giustifica la politica di Petro Oleksijovyč Porošenko: vietare l’insegnamento della lingua russa, celebrare come un eroe nazionale Stepan Bandera (un criminale di guerra nazista), consentire la formazione di milizie neonaziste e lasciarle libere di compiere crimini (la strage di Odessa, raccontata da Oliver Stone nel suo magnifico docufilm) nell’Est della Nazione.

Mi sono occupato (all’Università dell’Alberta, Edmonton, Canada, LL.M. 1988) dei diritti delle minoranze: se un Presidente italiano vietasse l’insegnamento della lingua tedesca in Sud Tirolo (che qui chiamiamo Alto Adige per spezzare i legami storici e culturali che da sempre legano i tirolesi che vivono in Italia, Austria e Germania), se consentisse la formazione di milizie armate e non intervenisse a fermare i loro crimini, io credo che Austria e Germania non resterebbero a guardare.

Prima dell’invasione russa, la guerra nel Donbass – scoppiata nel 2014 - aveva già provocato circa 14.000 morti.

Rammento le parole profetiche di Giulietto Chiesa, 2015: “Siamo alla viglia di una guerra, di una grande guerra. … Io credo che ci troviamo in un grande pericolo. Hanno abbattuto Viktor Janukovyč con un colpo di Stato nazista. … Sessanta milioni di italiani sono totalmente ingannati tutti i giorni da tutti i canali televisivi e da tutti i più importanti giornali”.

Chi volesse farsi un’idea di quali siano gli interessi geopolitici in gioco, deve prima comprendere chi abbia in mano (da decenni) la politica estera USA. Consiglio la lettura di questo scritto di Roberto Pecchioli sugli Straussiani, strenui sostenitori di Benjamin Netanyahu.

Qui alcuni passaggi significativi: "A livello globale, poche personalità influenzano il presente quanto Leo Strauss (1899-1973), pensatore tedesco di origine ebraica emigrato negli Stati Uniti. Il suo pensiero è poco noto, la sua lezione è alla base del movimento neo conservatore e della politica di potenza. Possiamo affermare che gli straussiani – alcune decine di personalità di enorme potere – sono veri e propri architetti della guerra come strumento dell’impero americano.

Il crocevia del pensiero di Strauss fu la scoperta – o riscoperta – della cosiddetta scrittura reticente, che non svela ma cela. Gli straussiani – una minoranza ristretta ma potentissima – sono al potere in Occidente e la menzogna è la forma normale della relazione tra popolo e oligarchia, dominanti e dominati.

Qualcuno li considera una setta e in effetti i primi discepoli di Strauss furono un circolo quasi segreto, costituito da giovani di origine ebraica. Ad essi era riservato l’insegnamento più criptico ed esoterico, trasmesso in forma orale, come gli antichi maestri.

Inculcava il principio della nobile menzogna, ritenendo moralmente giusto mentire per un fine superiore – il potere – una condotta da applicare all’attività pubblica degli iniziati, a partire dall’agitazione dei suoi seguaci contro le lezioni di docenti di avverso orientamento. Il fine era una sorta di lotta continua applicata alla geopolitica. Uno Stato deciso a sopravvivere e a esercitare volontà di potenza (Nietzsche fu uno dei riferimenti di Strauss) deve essere permanentemente in guerra. Un coacervo di idee che influisce sulla politica estera americana da decenni, trascinato dall’influenza nell’economia, nella cultura, nei “pensatoi” riservati (think tank). L’intera architettura geopolitica e di guerra ibrida dispiegata dagli Usa dalla caduta del comunismo sovietico è stata impostata e spesso dominata dagli straussiani, presenti in ruoli chiave nelle amministrazioni sia democratiche che repubblicane.

Dopo la morte di Strauss, i suoi discepoli si mantennero uniti e sbarcarono in politica al seguito del senatore democratico Henry “Scoop” Jackson. Tra loro Elliott Abrams, Paul Wolfowitz, Richard Perle. Gli ultimi due avrebbero ricoperto incarichi governativi apicali. Decisivo fu l’approdo nel giro straussiano di un gruppo di intellettuali di ascendenza trotzkista (la rivoluzione permanente di Lev Trotsky, corrispettivo della lotta politica continua, metafora della guerra permanente straussiana), israeliti anch’essi. Si trattava di giovani carichi di avversione verso l’URSS, portati in politica dalla Rand Corporation, il più influente think tank dell’apparato militare industriale statunitense. Gli ex trotzkisti, da collaboratori del partito democratico, passarono ai repubblicani, diventando ideologi del cosiddetto neo conservatorismo. Wolfowitz introdusse concetti come “guerra preventiva” e “asse del male” con riferimento ai nemici degli Usa.

Fin dal 1976, Wolfowitz era giunto alla conclusione che non era sufficiente isolare l’URSS, occorreva farla finita con essa. I neocons divennero artefici di gruppi di lavoro e ONG legate al potere riservato come il National Endowment for Democracy (NED) e l’USIP, dal nome orwelliano di Istituto Statunitense per la Pace. Entrambe, con l’appoggio dell’Open Society di George Soros e delle ricche ONG dei miliardari, furono implicate nel tentativo rivoluzionario cinese di Tienanmen, in tutte le “rivoluzioni colorate “e nella deposizione e successivo arresto del presidente serbo Milosevic; nella rivoluzione delle rose georgiana che provocò la caduta del presidente ex sovietico Shevardnadze e condusse a una guerra. E ancora nella rivoluzione arancione in Ucraina del 2004, con la cacciata di Yuschenko; in quella dei tulipani in Kirghizistan nel 2005; nella rivoluzione che cercò invano di deporre il belorusso Lukashenko; nei disordini antirussi del 2009 in Moldavia. Il ruolo dei neocons e delle ONG legate alla Cia e ai “filantropi” nei fatti ucraini del 2014, l’azione di Victoria Nuland – esponente democratica, moglie del neocons straussiano Robert Kagan (diventato democratico in odio al “fascismo” di Trump) è noto a chi non legge le veline mainstream.

Wolfowitz elaborò nel 1992 un documento nel quale chiedeva una più forte egemonia mondiale americana, anche contro l’Europa. La tesi era che i governi europei non hanno una visione geopolitica globale (è la verità) e che quindi l’impero americano è autorizzato a prendere decisioni unilaterali. Robert Kagan scrisse un libro apertamente anti europeo nel 2003 e un significativo articolo sull’influente rivista Foreign Affairs in cui sosteneva “la benevola egemonia globale degli Stati Uniti”. Straussiani di fatto furono esponenti dei governi repubblicani come Dick Cheney e Donald Rumsfeld. Richard Perle fu consigliere del presidente bosniaco musulmano Izetbegovic e trafficò con la strana figura di Osama Bin Laden. Gli straussiani e i neocons hanno spesso usato l’islamismo per indebolire gli alleati della Russia, pur saldamente ancorati a un sionismo estremista, in nome del quale Perle consigliò nel 1996 l’eliminazione di Yasser Arafat, l’inizio di una guerra contro l’Iraq (avvenuta alcuni anni dopo) e la deportazione dei palestinesi in territorio iracheno. Dopo l’oscuro attentato alle Torri gemelle, fu Wolfowitz l’ispiratore dell’operazione Desert Storm (Tempesta nel Deserto) e i neocons dell’Office of Special Plans gli artefici della propaganda bellica sulle armi di distruzione di massa di Saddam Hussein. Non fecero altro che applicare la strategia della “nobile menzogna” di Strauss ed elaborarono la teoria geopolitica e geoeconomica detta dottrina Rumsfeld-Cebrowski. Questi i punti essenziali: gli Stati Uniti devono garantirsi risorse a basso costo dai paesi in via di sviluppo; le guerre coloniali convenzionali per conquistare e dominare completamente un paese sono praticamente impossibili o troppo costose. Pertanto i conflitti armati devono essere prolungati in una “guerra senza fine” che lasci sul campo Stati falliti, come la Libia dopo Gheddafi. Gli Stati Uniti devono promuovere o provocare guerre attraverso organizzazioni o governi fantoccio e prolungarle il più a lungo possibile (Afghanistan, Iraq o Siria). In assenza di uno Stato con cui negoziare, l’estrazione delle risorse (leggi il furto) è molto più facile. Gli insuccessi finali dei conflitti scatenati hanno costretto gli straussiani a cambiare strategia, ma la tattica generale è sempre quella di soffiare sul fuoco per mantenere instabile le aree geopolitiche di interesse. Da questa prospettiva, cambia il giudizio sulla guerra in Ucraina, un conflitto in fondo regionale che può portare a conseguenze drammatiche. In una visione straussiana, non stupirebbe che l’oligarchia Usa punti a un accordo sotterraneo con la Russia in funzione anti europea, con il risultato di rendere l’Europa dipendente non dal gas naturale russo (che può essere venduto altrove) ma dal gas di scisto americano, alla faccia della propaganda green e degli interessi della colonia europea. La doppiezza straussiana – agire in termini di potenza mentendo ai popoli – è una delle forme della “grande politica” ignota alla gente comune. Però la chiamano democrazia".

Oggi il mondo è in pericolo per colpa delle politiche degli Straussiani. Con l’inganno, la colpa viene data ai russi, ai palestinesi, o a chiunque si opponga agli interessi di questo gruppo di potere nel mondo (legato strettamente al potere finanziario a cui sono affidate l’emissione di moneta e le politiche macroeconomiche!).

C’è chi scrive che siano morti 300.000 soldati ucraini. Guardando le file di tombe nel cimitero di Kahrkov, ciascuna con la propria fotografia e la propria bandiera, il numero impersonale si svela composto da storie individuali, tragedie familiari, vedove e orfani di guerra.

Per me – pacifista convinto – è intollerabile che tutti questi giovani siano morti per una guerra di prestigio, una “guerra per l’egemonia”, la più esecrabile nell’oscena gerarchia delle guerre, quella più deprecata da Bertrand Russell.

La vita – ogni singola vita umana – è unica, irripetibile, diversa da tutti i miliardi di vite umane che l’hanno preceduta e che la seguiranno. E’ il vero, sottovalutato, miracolo dell’esistenza, ciò che rende ciascuna vita – anche per me, agnostico – sacra.

Non credo nella giustizia umana, meno che mai in questa nostra epoca di mistificazione. Sono certo che Victoria Nuland non verrà mai processata. La Storia la scrivono i vincitori, sempre e comunque come fa loro comodo. Così il criminale di guerra Stepan Bandera è morto nel 1959 nel suo letto: non è stato impiccato a Norimberga.

Nel cimitero di Kharkov due donne si scambiano poche semplici parole in ucraino: “Chi abiterà il nostro Paese?”. “Sono tutti morti”.

Il vento sibila, le bandiere sventolano. I fiocchi di neve hanno la forma di magnifici fiori di cristallo. In Ucraina non c’è più nemmeno un fiore: sono tutti qui, sulle tombe di questi ragazzi morti per la gloria dell’Impero americano.

 

Where have all the flowers gone? Long time passing. Where have all the flowers gone? Long time ago. Where have all the flowers gone? The girls have picked them every one. Oh, When will you ever learn? Oh, When will you ever learn?

Young girls They've taken husbands every one.

Young men They're all in uniform.

Soldiers They've gone to graveyards every one.

Graveyards They're covered with flowers every one.

Flowers Young girls have picked them every one.

(Pete Seeger)

Di Alfredo Tocchi.

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