12 Gennaio 2023
fonte: Twitter @pennadry
Il rappresentante diplomatico di Teheran a Roma, Mohammad Reza Sabouri, nel suo primo incontro con la stampa italiana, dopo essere stato ricevuto dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella, ha detto: "Anche noi commettiamo errori ma non accettiamo letture politiche, ingerenze". "La repubblica dell'Iran rispetta i valori umani ma non accettiamo che altri paesi vogliano imporre la loro cultura. La libertà è uno dei valori dell'Islam".
Parla di libertà, l'ambasciatore dell'Iran a Roma, Mohammad Reza Sabouri, nel suo primo incontro con la stampa italiana dopo avere presentato ieri le sue credenziali al presidente della Repubblica Sergio Mattarella. "Non scambieremo la nostra indipendenza e sicurezza con niente. Per quanto riguarda i nostri rapporti bilaterali sono stati sempre positivi, anche se le sanzioni di altri attori hanno provocato alti e bassi", ha aggiunto l'ambasciatore iraniano.
Sulle manifestazioni in Iran e sulle esecuzioni, l’ambasciatore ha specificato: “In base alla legge iraniana la pena capitale è prevista per i reati più gravi. In relazione alle persone che sono state giustiziate hanno avuto un processo equo e con tutte le garanzie. In Iran sono ammesse le manifestazioni pacifiche ma non disordini violenti che sono inaccettabili". "Quando si è diffusa la notizia di violenza sessuale sulle manifestanti arrestate, il procuratore generale ha disposto indagini. Tuttavia le detenute si trovano in prigioni dove gli uomini non hanno accesso", ha concluso.
In risposta all'ambasciatore iraniano arriva Mattarella, parlando di rispetto: "Il rispetto dell'Italia per ogni Paese estero e per le sue istituzioni trova un limite invalicabile quando vengono calpestati i diritti dell'uomo, per cui è giunta l'ora di porre immediatamente fine alle violenze rivolte contro la popolazione". Questo è il messaggio all'Iran che Sergio Mattarella trasmette a Teheran, recapitandolo personalmente al nuovo ambasciatore iraniano in Italia Mohammad Reza Sabour. L'occasione per questa dura "reprimenda" del presidente della Repubblica è stata la salita al Quirinale del diplomatico per presentare le Lettere credenziali.
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