25 Novembre 2022
Nonostante i proclami trionfanti di Zelensky, che aveva giurato che "l'Ucraina avrebbe rifornito l'UE di gas", la realtà dei fatti è crudele: i bombardamenti missilistici russi hanno massacrato le infrastrutture ucraine, facendo a pezzi centrali elettriche e impianti di distribuzione dell'energia. Come risultato, vaste zone dell'Ucraina sono state, per ore e giorni, lasciate senza luce, senza acqua e senza riscaldamento. Ancora una volta, dobbiamo pensarci noi: almeno secondo Roberta Metsola, presidente del Parlamento Europeo, e Dario Nardella, sindaco di Firenze e presidente di Eurocities. Noi che problemi di energia mica ne abbiamo.
Man mano che la guerra in Ucraina è andata avanti, la lista dei bisogni di Kiev si è allungata. Prima le armi, necessarie a contenere l'invasore; poi le munizioni, consumate voracemente da un conflitto violento come non si vedeva da settant'anni. Ma ora che la robusta campagna russa di bombardamento missilistico sta bersagliando le infrastrutture civili, dovremo pensare anche a come scaldare i cittadini ucraini.
Dunque, una raccolta di generatori di energia e trasformatori da regalare a Kiev, che coinvolgerà tutte le città del network Eurocities ma anche altre: "Lanciando questo appello diretto alle città per unirsi e aiutare l'Ucraina donando generatori e trasformatori, possiamo contribuire a garantire che le città ucraine siano in grado di gestire al meglio la loro vita quotidiana. Dobbiamo agire immediatamente: l'inverno è alle porte, mancano elettricità e gas, non c'è tempo da perdere".
Un proposito lodevole, tanto più che, anziché proporre la solfa dell'armare l'Ucraina, propone una misura indirizzata ad aiutare i civili. Tuttavia, l'Europa è tutt'altro immune al problema dell'energia: l'autunno è stato clemente, ma l'inverno ci farà pagare un prezzo altissimo per scaldarci. C'è un piano anche per questo?
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