14 Novembre 2025
Pietro Salini, Ad
Webuild, ordini sopra le aspettative e una pipeline miliardaria consolidano la crescita della società, che ha confermato la guidance per il 2025. Dall’inizio dell’anno il gruppo di costruzioni, guidato da Pietro Salini, ha registrato nuovi ordini per 9,3 miliardi di euro, in forte aumento rispetto ai 6,5 miliardi di luglio. Oltre il 98% delle commesse proviene da aree considerate a basso profilo di rischio. Nel triennio 2023-2025 il totale degli ordini acquisiti raggiunge così i 45 miliardi, superando di quasi 10 miliardi l’obiettivo previsto dal piano industriale "Roadmap al 2025 - The Future is Now".
La domanda globale di infrastrutture continua a crescere, sostenuta dallo sviluppo di mobilità sostenibile, energia, acqua e servizi essenziali. Per Webuild, il 50% delle commesse acquisite nel 2025 proviene dall’Italia, seguita da Stati Uniti (15%), Medio Oriente (15%) e Australia (14%). Il portafoglio ordini, tra i più elevati del settore, garantisce una visibilità sui ricavi di circa quattro anni e rappresenta la base per il prossimo piano industriale.
La pipeline commerciale di breve termine si attesta a 77 miliardi, in calo rispetto agli 85 miliardi di luglio ma ancora su livelli elevati e concentrata in mercati sviluppati dove il gruppo vanta una presenza consolidata: Europa, Australia, Nord America e Medio Oriente. Nel terzo trimestre l’attività commerciale ha accelerato, con gare in attesa di aggiudicazione salite a 18,5 miliardi rispetto agli 11 miliardi di luglio, oltre a ulteriori 14 miliardi di gare in preparazione i cui esiti sono attesi nel 2026.
Una quota significativa delle opportunità, circa il 23%, è concentrata in Medio Oriente, trainata dagli investimenti infrastrutturali previsti nell’ambito di Saudi Vision 2030, dei Mondiali di calcio 2034 e dell’Expo 2030. La componente europea (esclusa l’Italia) rappresenta invece il 26% del totale, sostenuta dal nuovo piano per l’alta velocità ferroviaria dell’UE e dall’obiettivo di incremento della spesa militare Nato, che comprende investimenti in infrastrutture strategiche. Queste stime non includono il progetto del ponte sullo Stretto di Messina.
Nel terzo trimestre il gruppo ha completato e consegnato opere infrastrutturali di rilievo. In Etiopia è stata ultimata la Grand Ethiopian Renaissance Dam, la più grande diga idroelettrica del continente, destinata a raddoppiare la produzione energetica nazionale. In Argentina è stato consegnato il lotto 2 del sistema Riachuelo, il più grande impianto per il trattamento delle acque reflue dell’America Latina. In Italia, dove nei primi nove mesi sono state effettuate circa 2.400 assunzioni, è entrata in funzione la tratta ferroviaria Bicocca-Catenanuova, prima linea ad alta capacità della Sicilia. Completati anche la Galleria Casalnuovo sulla Napoli-Cancello dell’alta velocità Napoli-Bari e il primo tunnel della galleria di base del Brennero tra Italia e Austria.
I risultati conseguiti e il solido portafoglio ordini permettono a Webuild di confermare le previsioni per il 2025: ricavi superiori a 12,5 miliardi, ebitda oltre 1,1 miliardi, posizione di cassa netta positiva per più di 700 milioni e un book-to-bill ratio maggiore di 1. Il gruppo segnala inoltre un possibile margine di miglioramento, sostenuto dal trend favorevole dell’attività operativa.
Il consiglio di amministrazione ha inoltre nominato Lorenzo Iucci nuovo consigliere non esecutivo, su proposta di Cdp Equity, in sostituzione del dimissionario Francesco Renato Mele. Resterà in carica fino alla prossima assemblea degli azionisti.
A Piazza Affari il titolo Webuild ha chiuso in calo dell’1% a 3,26 euro, in un contesto di mercato debole, ma mette a segno un progresso di circa il 23% negli ultimi dodici mesi. Nonostante la recente fase di correzione, il titolo tratta ancora su multipli considerati attraenti per gli investitori istituzionali.
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