27 Giugno 2025
Xiaomi vola in Borsa, con il suo suv elettrico da 30.000 euro che sfida Tesla. Sono stati effettuati circa 300.000 ordini in un'ora. Sono salite dell'8% nelle prime ore di scambio le azioni di Xiaomi, arrivando ad un massimo storico, per poi chiudere con guadagni pari allo 3,6%. Con una crescita di oltre il 70% (dall'inizio di quest'anno), la valutazione dell’azienda arriva a circa 190 miliardi di dollari, rendendola il titolo società a elevata capitalizzazione di mercato. Xiaomi riporta, infatti, le migliori performance nell’area Asia-Pacifico, considerando i dati di LSEG.
Xiaomi, così come numerose aziende cinesi sta adottando strategie basate su piattaforme condivise e componenti modulari. Tale consente di efficientare significativamente tempi e costi di sviluppo: secondo il rapporto Automotive Outlook 2025 di AlixPartners, la progettazione di nuovi modelli richiede in media la metà del tempo rispetto ai costruttori tradizionali, con una riduzione dei costi pari al 30%.
Possibile intervento di speculatori
La quota di Tesla nel mercato cinese dei veicoli elettrici è diminuita rispetto al picco del 15% nel 2020, giungendo fino al 7,6% nei primi cinque mesi del 2025. Giovedì sera, Xiaomi ha dichiarato di aver ricevuto 289.000 ordini per il YU7 nella prima ora dopo l’apertura delle vendite, oltre tre volte di più rispetto alla SU7 al momento del suo lancio. Tuttavia, è possibile che una parte degli ordini provenga da speculatori. Venerdì, infatti, sulla piattaforma cinese dell’usato Xianyu, centinaia di persone cercavano di vendere la propria posizione in coda per l’acquisto del veicolo. Xiaomi, per minimizzare tali fenomeni, ora permette a ogni cliente di acquistare un tetto massimo di due auto.
Il primo ministro Li Qiang ha recentemente ribadito l’obiettivo di rendere la RPC una «grande potenza di consumo», puntando in particolare su settori ad alto contenuto tecnologico, come quello dei veicoli elettrici. In questo scenario, aziende come Xiaomi vengono considerate parte integrante della strategia nazionale, sia per il loro potenziale industriale sia per la capacità di rappresentare l’innovazione sviluppata in Cina.
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