21 Giugno 2025
"La tecnologia informatica impone una riconsiderazione dell'architettura istituzionale anche del mercato mobiliare", ha affermato Paolo Savona, presidente della Consob, nel suo settimo e ultimo Discorso al mercato in qualità di vertice dell’Autorità.
Nel suo intervento, Savona ha affrontato i cambiamenti strutturali richiesti dall’evoluzione tecnologica e monetaria. Ha ribadito che "la moneta non deve essere remunerata, come è stato preannunciato per l'euro digitale, se si vuole minimizzarne il possesso come mezzo di scambio e incentivarne l'investimento in strumenti finanziari indispensabili per la crescita reale".
Un passaggio centrale del suo discorso è stato dedicato al ruolo delle monete private e alla necessità di salvaguardare il principio di unicità della moneta legale: "Affinché si ristabilisca una catena pro attiva per la crescita reale – ha spiegato – occorre evitare che le monete private interferiscano nel processo, confermando senza esitazioni o equivoci che esiste una sola moneta dotata di potere liberatorio (legal tender) e strumento di protezione dei valori nel tempo, anche se assume la forma contabile digitale decentrata sotto controllo delle autorità per impedire eccessi e abusi".
Sul piano internazionale, Savona ha auspicato un’azione concertata per la riforma del sistema monetario, suggerendo che l’Europa possa svolgere un ruolo guida: "Se gli Stati Uniti e la Cina non aderissero a un generale disegno di riforma monetaria internazionale, l'eurosistema potrebbe e dovrebbe fungere da naturale laboratorio sperimentale, chiamando a collaborare alla realizzazione tutte le forze disponibili".
In questo contesto, una delle proposte chiave riguarda l’evoluzione stessa dell’euro: "Trasformare l'euro dalla forma fisica e digitale a una a contabilità decentrata, ma conoscibile (quindi del tipo DLT e non Blockchain), alla quale attribuire la funzione di unica moneta elettronica dotata di caratteristiche più sicure rispetto all'attuale moneta fiduciaria bancaria e a minore rischio rispetto alle cryptocurrency".
Tale cambiamento implicherebbe anche una ridefinizione del ruolo del sistema bancario: "I depositi bancari perderebbero la natura monetaria, liberando la banca centrale dal compito di garantire la solvibilità delle banche; non sarebbero più necessari lo schema di garanzia dei depositi fino a 100 mila euro e il mantenimento dell'attuale disparità di trattamento tra strumenti monetari e finanziari delle banche, come il non rimborso (bail-in) in caso di default delle altre forme di loro debito".
Savona ha anche sottolineato la necessità di un rafforzamento istituzionale a livello europeo: "Si dovrebbe creare un'unica autorità di vigilanza finanziaria che svolga compiti di trasparenza e di correttezza legale delle contrattazioni, fungendo da principale consulente in materia del Parlamento e del Governo".
Tra le altre misure auspicate, ha indicato la necessità di "creare un safe-asset europeo non per finanziare la spesa come previsto per gli eurobond, ma per governare la liquidità e contrastare con mezzi di mercato la competizione estera per acquisire il risparmio europeo, anche quella mossa dalle crypto", e di "delegare alla BCE le decisioni di governo del cambio estero dell'euro anche al di là degli interventi contingenti già consentiti, per fronteggiare gli effetti del protezionismo e delle manipolazioni dei rapporti tra monete nazionali".
Secondo Savona, l’adozione di questa nuova architettura monetaria e finanziaria creerebbe "solide basi per ridurre la dipendenza europea dalle sorti del dollaro e incanalare l'abbondante risparmio europeo verso un suo uso produttivo, avviando una modifica del modello export-led in uno trainato dai consumi da parte dei 450 milioni di cittadini UE, per compensare con domanda interna la caduta delle esportazioni, come va facendo la Cina e ha tentato in passato l'Italia, che ora la ripropone".
Per raggiungere questi obiettivi, ha concluso, è "necessario superare la rigidità dei regimi di civil law nell'adattare l'attività regolatoria a mercati e tecnologie in continuo mutamento" e "necessario introdurre elementi di common law nelle funzioni regolatorie attribuite agli organi di vigilanza, accrescendo i loro poteri discrezionali, di cui già si avvale la Magistratura con le sue sentenze che fanno giurisprudenza".
Inoltre, l’avvio del risiko in Italia, ha raccontato il presidente, ha messo in campo "6 offerte pubbliche di acquisto e scambio che hanno generato 52 esposti o richieste di chiarimento da parte degli stessi soggetti coinvolti per risolvere le controversie nascenti dall’assenza di preventivi accordi tra le parti». In questo contesto, la Consob ha svolto «una costante attività di indagine su ogni aspetto sollevato dalle operazioni e dagli esposti, ricorrendo 63 volte ai poteri conoscitivi consentiti dall’art. 115 del TUF, i cui risultati restano riservati, e 9 volte dall’art. 114, che impone alle società di fornire al mercato informazioni puntuali e complete sulle posizioni espresse in dichiarazioni pubbliche o in loro comunicati insufficienti".
Ma poiché «il processo di attuazione delle offerte pubbliche passa anche attraverso decisioni della Bce – ha rivelato Savona - sono insorte difficoltà di dialogo che hanno sollevato incertezze nascenti dai tempi di risposta, nonostante la Consob avesse sottoscritto un memorandum of understanding che impegna a scambiarsi informazioni senza necessità di specifici solleciti formali. Queste iniziative di mercato fanno frequente utilizzo dello scambio tra titoli azionari, il cui rapporto dipende dagli andamenti delle quotazioni di mercato, particolarmente importanti per la presenza di investitori internazionali che basano le loro scelte su di esse».
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