16 Ottobre 2024
bce, fonte imagoeconomica
La Banca Centrale Europea è pronta ad abbassare i tassi per la terza volta di 25 punti base questo giovedì - con una possibile ulteriore riduzione a dicembre - nonostante fino a poco tempo fa Francoforte sembrava decisa a mantenere i ritmi delle riduzioni ogni 3 mesi. I dati dell'Eurozona hanno, però, dimostrato una dinsiflazione più forte rispetto alle attese della Bce e soprattutto una crescita più debole. Infatti, Elderson, membro del comitato esecutiv della Bce, ha dichiarato che “l'economia della Zona euro è più debole del previsto”.
"Diversi indicatori recenti - ha spiegato il banchiere - suggeriscono che i rischi al ribasso per la crescita economica si stanno già concretizzando. Quindi dovremo valutare attentamente se ciò avrà implicazioni per le nostre previsioni di inflazione".Inoltre, si prevede che la Germania entri in recessione a partire dalla seconda metà del 2024, e che la crescita dell'occupazione sta rallentando più del previsto.
Questo intervento sui tassi risponderebbe al rapido “deterioramento della situazione economica” dell'Eurozona, confermato anche dagli ultimi dati del PMI manifatturiero. I dati hanno dipinto un quadro “recessivo”, a fronte di un'inflazione che rallenta costantemente. L'ultima indagine del PMI manifatturiero nell'Eurozona ha segnalato che l'indice di fiducia dei direttori acquisto è crollato nel settembre 2024, attestandosi a 45 punti dai 45,8 precedenti. Lo stato di salute del settore manifatturiero si conferma ancora “al di sotto della soglia dei 50 punti”.
Si tratta di un “forte e accelerato peggioramento dello stato di salute delle aziende manifatturiere della zona euro. In particolare, l’indice principale è diminuito al livello minimo dell’anno in corso raggiungendo un valore inferiore alla media di contrazione degli ultimi 27 mesi", ha sottolineato S&P Global, curatrice dell'indagine sui direttori acquisto della Zona Euro.
La BCE procederà con un "approccio graduale" di aggiustamento dei tassi in sintonia con il ritmo della disinflazione in atto, in quanto l'ultimo bollettino mensile dell'Eurotower ha confermato che, sul fronte dei prezzi, lo scenario rimane quello di una “continua tendenza disinflazionistica, che procede a ritmo sostenuto e più o meno in linea con quanto previsto".
Inoltre, dai verbali è emerso che "sulla base della valutazione aggiornata delle prospettive di inflazione, delle dinamiche dell’inflazione di fondo e della forza della trasmissione della politica monetaria è opportuno compiere un ulteriore passo avanti per moderare il grado di restrizione della politica monetaria". Inoltre, si legge che i banchieri nutrono fiducia “in un tempestivo ritorno dell’inflazione al target” e che “un approccio graduale volto a ridurre le restrizioni sarà opportuno se i dati in arrivo saranno in linea con la proiezione di base”.
Il governatore della Banque de France e componente del governing council della BCE, Francois Villeroy de Galhau ha dichiarato che “un taglio dei tassi è molto probabile e non sarà l'ultimo”, aggiungendo che "il ritmo successivo" degli eventuali tagli "dipenderà semplicemente dall'evoluzione della lotta contro l'inflazione" che, secondo lui, si manterrà attorno al 2% in Francia all'inizio del prossimo anno e in Europa nel corso del 2025.
Martin Wolburg, senior economist di Generali Investments, ha dichiarato che si propende per un taglio dei tassi di 25 punti da parte della BCE. "Dopo diversi dati macroeconomici deludenti, i membri del Consiglio direttivo sono diventati più accomodanti nei loro commenti pubblici, alimentando così le aspettative che la politica monetaria diventi nuovamente meno restrittiva nella prossima riunione del 17 ottobre", aggiungendo che "una probabile maggiore enfasi sui rischi di crescita e minori preoccupazioni sui rischi di inflazione dovrebbero sostenere le aspettative di tagli graduali dei tassi nelle prossime riunioni".
Pictet WM propende, invece, per una "accelerazione" dell'allentamento delle condizioni di finanziamento e ritiene che la BCE possa "anticipare la convergenza verso la neutralità (che riteniamo sia intorno al 2%), effettuando tagli da 25 punti base ad ogni riunione da oggi fino a giugno 2025" per un totale di 100 punti nel primo semestre del prossimo anno. Per gli esperti di Pictet c'è "il rischio che la BCE sia costretta a ridurre i tassi ancora più velocemente di quanto attualmente previsto, addirittura portando il tasso sui depositi al di sotto del suo livello neutrale".
Inoltre, PIMCO conviene che un taglio dei tassi di 25 punti ad ottobre sia "ragionevole" e che "un altro taglio dei tassi a dicembre sembra probabile", così come la valutazione di un tasso terminale di circa il 2% per la seconda metà del 2025 "rimane coerente" con le stime sul tasso neutrale per l'area euro.
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