25 Settembre 2023
Nel 2021 il mercato degli Nft aveva raggiunto il valore record di 2,8 miliardi di dollari di scambi nel solo mese di agosto. Ora questo valore si aggira intorno agli 80 milioni di dollari alla settimana, l'equivalente del 3% rispetto a quanto registrato nel picco di agosto nel 2021. L'era d'oro dei Non Fungible Tokens - o token non fungibili - sembrerebbe quindi essere finita.
Un crollo del genere ha degli ovvi e appurati effetti sul valore di un singolo token. Secondo una ricerca di dappGamble che ha analizzato più di 73mila collezioni di Nft, infatti, il 95% delle collezioni, ovvero più di 69mila collezioni, hanno valore pari a zero Ether (Ether la criptovaluta con cui vengono acquistati gli Nft). Questo tradotto significa che gli Nft acquisiti da 23 milioni persone ora non valgono più nulla.
Un crac che sta solo aspettando di verificarsi e che riporta alla ribalta chi, già negli anni di successo dell'Nft, aveva lanciato l'allarme, specialmente sulla speculazione che l'iniziale ondata di euforia poteva portare a un mercato del genere. Come è ovvio, tutte le mode prima o poi finiscono, però il mercato dell'Nft è stato colpito in particolare modo. Se da un lato la pandemia aveva lanciato tutto il mondo digitale e quindi appunto anche dell'Nft, che sono fondamentalmente immagini digitali che si possono detenere all'interno del Metaverso, alcuni esperti del settore attribuiscono alla guerra in Ucraina e alla susseguente maggiore incertezza dei mercati questo crollo improvviso.
Se nel 2021 è stata registrata la vendita da record di un Nft del primo Tweet della storia pari a 2,9 milioni dollari, ora il prezzo medio di un Nft si aggira intorno tra i cinque e i cento dollari. La differenza tra adesso e allora sta nel fatto l'ondata della domanda iniziale è crollata rispetto all'offerta di Nft, che invece ha continuato a crescere.
Viene stimato che il 79% delle collezioni di Nft sono rimaste invendute, un dato che equivale praticamente a quattro collezioni su cinque e che dimostra anche come l'offerta sul mercato sia molto probabilmente per larga parte di scarsa qualità, mancando di originalità, valore artistico o anche di capacità di raccontare una storia che appassioni i potenziali clienti.
Ovviamente, è facile guardare al mercato nel suo intero, ma anche le collezioni di Nft migliori non promettono bene. Su 8850 collezioni di Nft classificate tra i migliori asset, 1600 risultano "morte", ovvero senza valore alcuno. Meno dell'un per cento di quelle buone valgono più di 6mila dollari.
Il processo di estrazione di token non fungibili, noto anche come mining, richiede altissime quantità di energia. Questo fattore, che comporta un impatto ambientale molto alto, ha attirato numerose critiche nel passato e ora che questi token sembrano fondamentalmente avvicinarsi alla loro fine il mantenimento di questi processi e il loro enorme impatto ambientale sembra più rilevante. Basti pensare che 200mila collezioni di Nft rimaste invendute hanno causato emissioni pari a 16 milioni di tonnellate di carbonio, un tasso che equivale alla produzione annua di 2.048 case.
Gli Nft sembrerebbero quindi a tutti gli effetti una bolla che sta per scoppiare, anche se, come è la tendenza di criptovalute e token di questo tipo, il loro valore è molto ondivago e imprevedibile.
Il Giornale d'Italia è anche su Whatsapp. Clicca qui per iscriversi al canale e rimanere sempre aggiornati.
Articoli Recenti
Testata giornalistica registrata - Direttore responsabile Luca Greco - Reg. Trib. di Milano n°40 del 14/05/2020 - © 2025 - Il Giornale d'Italia