09 Agosto 2023
Giorgetti, fonte: imagoeconomica
La tassazione sugli extraprofitti delle banche prevede "un tetto massimo per il contributo che non può superare lo 0,1% del totale dell'attivo, per salvaguardare la stabilità degli istituti bancari". È quanto annuncia il MEF in serata tramite una nota dopo la giornata turbolenta vissuta. Dopo l'annuncio a sorpresa nella giornata di ieri i titoli delle banche hanno bruciato 9 miliardi. Ad andare più in crisi sono state Bper -10,9%, Mps -10,8% e Intesa San Paolo -8,6%.
Il MEF sottolinea come "la misura proposta dal ministro dell'Economia e delle finanze, condivisa e approvata dal consiglio dei ministri nasce sulla scia di norme già esistenti in Europa in materia di extra margini bancari. Gli istituti che hanno già adeguato i tassi sulla raccolta così come raccomandato lo scorso 15 febbraio con specifica nota da Bankitalia, raccomandazione poi richiamata dal ministro Giorgetti in occasione dell'assembla Abi lo scorso 5 luglio, non avranno impatti significativi come conseguenza della norma approvata ieri in cdm".
A favore della norma sorprendente tutto il versante dell'opposizione tranne Azione, Italia viva, e Piu' Europa. il centrosinistra più che altro critica le modalità adottate dal governo per istituire l'imposta straordinaria. Il vicepremier e ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Matteo Salvini considera la tassazione sugli extraprofitti delle banche come "una norma di equità sociale".
La nuova imposta straordinaria riguarda l’anno 2023 e sarà applicata agli intermediari finanziari, escluse le società di gestione dei fondi comuni d’investimento e le società di intermediazione mobiliare. Verrà determinata applicando un’aliquota del 40 per cento su due basi imponibili alternative, prendendo in considerazione la maggiore. La prima è l’ammontare del margine di interesse relativo all’esercizio 2022 che eccede per almeno il 3 per cento il medesimo margine nell’esercizio 2021. La seconda l’ammontare dello stesso margine di interesse relativo 2023 che eccede per almeno il 6 per cento lo stesso margine nell’esercizio 2021. In altre parole il confronto potrà essere tra quest’anno e il 2021 oppure tra il 2022 e il 2021.
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