18 Aprile 2023
Ritorni sui dividendi a prova di inflazione. E’ l’istantanea che emerge analizzando le società presenti a Piazza Affari. Il listino milanese si conferma infatti sul gradino più alto del podio europeo per dividend yeld (il rapporto tra il dividendo unitario pagato da una determinata azione e il prezzo dell'azione stessa). Un risultato che assume ancora più valore a fronte di un’inflazione che continua a mordere (i lievi miglioramenti riportati dall’Istat a marzo, dove l'indice registra una diminuzione dello 0,4% su base mensile, sono un buon segnale ma non bastano a rassicurare visto che il livello toccato nel mese è pari a 7,7). Eppure, nonostante questo convitato di pietra, il rialzo dei tassi e la guerra, che hanno zavorrato le aspettative di crescita nell’equity e impattato la sfera del credito, la capacità della società di remunerare il capitale investito resta a livelli alti nella Penisola. E il dividend yeld lo dimostra.
Per rendere un’idea di quanto Piazza Affari anche quest’anno renderà felici gli azionisti basta tenere presente alcuni numeri: nel 2023 sono attesi quasi 30 miliardi di cedole (+11,3%) per un divdiend yeld medio del 4,2% che si confronta con quasi 26 mld staccati l’anno scorso (3,7% il dividend yeld). Il livello è decisamente più elevato rispetto all’Europa dove l’Eurostoxx 50 (che ospita le principali società europee quotate) registra un dividend yeld atteso per l’anno in corso del 3,2%.
Verificato l’assoluto primato di Palazzo Mezzanotte la domanda è: quali sono i comparti che hanno trainato il listino in questa direzione? Energetici, banche e assicurazioni e il segmento dei finanziari specializzati -favoriti dal rialzo dei tassi - guidano la classifica anche se sugli energetici impatta soprattutto l’assenza del dividendo di Saipem. In testa al ranking complessivo dell’Mta ci sono Autostrade Meridionali (gruppo Benetton), Saras e Igd. E prima tra le blue chip è la Stellantis guidata dal ceo Carlos Tavares che ha elevato il dividendo da 1,04 euro a 1,34 euro pari all’8% circa di redditività.
Bene anche Poste Italiane che ha a sua volta alzato la cedola, mentre, volgendo lo sguardo alle banche, in testa ci sono Banca Popolare di Sondrio (6,9%) e Intesa Sanpaolo (6,7%). Unicredit e Bper hanno migliorato la loro posizione mentre tra le private bank spicca Banca Generali (che domani riunisce l’assemblea degli azionisti e la cui data di stacco della cedola è il 22 maggio). Nel 2022 il dividendo per azione della realtà guidata dall’ad Gian Maria Mossa era pari a 1,950 euro, 1,650 euro quello 2023, con un dividend yeld ampiamente sopra alla media e pari al 5,48%. Il ritorno totale per gli investitori che hanno seguito l’enfant prodige del private nel piano di sviluppo è stato infatti del 280% (tra inizio 2013 e inizio 2023), il titolo Bg è quindi nella top ten dei migliori titoli di Piazza Affari nel periodo e la prima tra le banche. I dati confermano l’impegno verso tutti gli azionisti e l’approccio a una crescita sostenibile in grado di portare valore a tutti gli interlocutori che gravitano intorno alla banca. I target a fine 2024 indicano masse nell’ordine dei 100 miliardi e una raccolta di almeno 18 miliardi nel triennio con una crescita dell’utile netto ricorrente nell’ordine del 10% all’anno, oltre a una cedola generosa tra i 7,5-8,5 euro al 2025 comprendendo i pagamenti differiti. I track record passati e il percorso tracciato nel Piano strategico lasciano ben sperare anche per gli anni a venire nonostante la burrasca che ha interessato i mercati. Venendo al settore lusso/automotive spicca invece Ferrari, che guida la classifica dei maggiori dividendi per azioni medi attesi (1,81 euro).
In generale il rischio maggiore per i dividendi è rappresentato dallo spettro recessione che tuttavia non è lo scenario più concreto per l’economia italiana e per Piazza Affari. Se si guarda al lungo periodo a dispetto degli umori dei mercati e dell’impatto di eventi come quelli drammatici registrati nel 2022, la fiducia degli investitori per i mercati esce vincente nel confronto di lungo periodo con le azioni che vincono il derby contro i bond. Negli ultimi 10 anni il nostro titolo di Stato ha guadagnato il 44%, con una volatilità anche abbastanza rilevante considerando i diversi momenti storici e l’attenzione di volta in volta rivolta al Paese; parallelamente Piazza Affari ha più che raddoppiato il proprio valore con l’indice della Borsa italiana che tra fine gennaio 2013 e fine gennaio 2023 ha guadagnato il 111%, comprendendo il contributo dei dividendi reinvestiti alla rivalutazione dei prezzi e quindi il dato total-return, con punte del 180% per le mid-cap tornate fortemente protagoniste sui mercati internazionali per la propensione all’export. E lo spettro recessione difficilmente invertirà questo trend. Gli azionisti possono ancora dormire sonni tranquilli.
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