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Credit Suisse, tra gli anni '40 e il 2010 avrebbe gestito 18mila conti legati alla criminalità per oltre $100 mld

Secondo un'inchiesta giornalistica l'istituto svizzero tra gli anni Quaranta e la fine degli anni 2010 avrebbe gestito conti e depositi per oltre 100 miliardi di dollari che fanno riferimento ad attività criminali, violazioni dei diritti umani o soggetti sottoposti a sanzioni

21 Marzo 2023

Credit Suisse, tra gli anni '40 e il 2010 avrebbe gestito 18mila conti legati alla criminalità per oltre $100 mld

Fonte: Imagoeconomica

La banca svizzera Credit Suisse è sempre più nella bufera. Stando un'inchiesta portata avanti dall'Organized Crime and Corruption Reporting Project (Occrp), consorzio di 47 media internazionali in cui fanno parte testate come "Le Monde", "The Guardian" e "Miami Herald", la banca avrebbe gestito almeno 18mila conti che fanno riferimento ad attività criminali, violazioni dei diritti umani o soggetti sottoposti a sanzioni.

Credit Suisse, tra gli anni '40 e il 2010 avrebbe gestito 18mila conti legati alla criminalità

Le informazioni fanno riferimento a conti e depositi di importo complessivo superiore a 100 miliardi di dollari, ospitati dall'istituto tra gli anni '40 del secolo scorso e la fine del 2010. I dettagli dei conti collegati a 30.000 clienti sono contenuti nell'indagine che smaschera i beneficiari dei conti, pubblicata in Italia da La Stampa, che poi è l'unico quotidiano italiano partner nell'inchiesta.

Tanti i nomi emersi nell'inchiesta. Ci sarebbe stato boss della borsa di Hong Kong incarcerato per corruzione, un cittadino svedese trafficante di esseri umani nelle Filippine e un miliardario che ha ordinato l'omicidio della sua fidanzata. Ci sarebbero anche i nomi di diversi dirigenti che hanno saccheggiato la compagnia petrolifera statale venezuelana. 

Ma non è finita. Tra gli intestatari dei conti ci sarebbe anche un figlio dell'ex dittatore egiziano Hosni Mubarak, l'ex capo dei servizi segreti del paese, ma anche italiani domiciliati all'estero, tra cui quasi un terzo abitanti in Venezuela. Tra questi spunterebbe il nome di Mario Merello, accusato in passato di aver frodato il fisco per 450 milioni di euro.

Tra i clienti cosiddetti "speciali" ci sarebbe stato anche un conto di proprietà del Vaticano, aperto nel lontano 1930. Sarebbe stato utilizzato per spendere 350 milioni di euro nell'ormai noto investimento in una proprietà londinese che è al centro di un processo penale in corso contro diversi imputati.

Dopo la notizia dell'inchiesta, Credit Suisse avrebbe fatto sapere che avvierà un'investigazione interna per far luce sulla fuga di notizie. Intanto, come riporta La Stampa "respinge fermamente le accuse e le insinuazioni che riguardano pratiche commerciali della banca. I fatti riferiti sono principalmente remoti, risalendo in alcuni casi addirittura agli anni Quaranta del secolo scorso. Ciò che viene riportato è basato su informazioni parziali, inaccurate o selettive che estrapolate dal loro contesto danno adito a interpretazioni tendenziose riguardo alla condotta della banca. Credit Suisse non può rilasciare alcun commento su potenziali relazioni di clientela, ma conferma di aver adottato le misure adeguate e di avere già preso provvedimenti dove necessario".

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