Dogane, Demanio, Entrate, al via il totonomine per la macchina pubblica, ipotesi Alesse al posto di Minenna, Dal Verme e Ruffini verso la riconferma

Scadono il 24 gennaio gli incarichi dei vertici dell’Amministrazione pubblica. A stabilirlo è la legge Bassanini, rimaneggiata con la legge Frattini nel 2022, che decreta la cessazione degli incarichi di funzione dirigenziale dopo novanta giorni dal voto di fiducia del nuovo governo. Secondo i rumors raccolti da Il Giornale d’Italia Giorgia Meloni sembra avere tutte le intenzioni di posizionare suoi uomini di fiducia ai vertici della macchina pubblica, tanto che il ministro della Difesa Guido Crosetto non ha esitato a sottolineare: “Bisogna usare il machete contro chi si è contraddistinto per la capacità di dire no e di perdere tempo, se non mandiamo via queste persone, facciamo un danno al Paese”.

Gli occhi sono puntati sull’Agenzia delle Dogane, guidate attualmente da Marcello Minenna, economista per anni ai vertici della Consob. Eletto nel 2020 dal governo Conte II, con l’appoggio del PD, Minenna potrebbe essere il primo a saltare.

Al suo posto alcuni rumors raccolti suggeriscono una nomina interna ma anche il nome di Roberto Alesse, Capo di Gabinetto di Musumeci.  In alternativa potrebbe essere la volta di Benedetto Mineo, già in passato alla guida dell’Agenzia e ad oggi Responsabile Divisione Contribuenti, Fiscalità Locale e Territoriale di Equitalia.  A fare da kingmaker in ogni caso pare essere Francesco Lollobrigida, tra gli alfieri scelti da Giorgia Meloni già nelle presidenziali.

Per l’agenzia del Demanio invece, attualmente guidata da Alessandra Dal Verme potrebbe esserci una scelta di continuità: l’attuale AD potrebbe infatti essere riconfermata. Dal Verme vanta una lunga carriera nella PA, e il suo profilo era apparso tra quelli papabili per un incarico da sottosegretario all’interno del Governo Draghi. Lo stesso vale per il numero 1 dell'Agenzia delle Entrate,  Ernesto Maria Ruffini, che va verso la riconferma.