05 Dicembre 2022
Prima la Corte dei conti. Poi Bankitalia. Ognuno, sulla manovra varata dal governo di Giorgia Meloni, dice la sua. Così come sul reddito di cittadinanza, che Bankitalia, per la quale la manovra è da bocciare, difende. “Senza Rdc ci saranno un milione di poveri in più”, ha detto Fabrizio Balassone, capo del servizio Struttura economica del dipartimento economia e statistica della Banca d’Italia. Altroché Pd: il M5s ha nuovo alleato.
Balassone è intervenuto in audizione alle Commissioni Bilancio di Camera e Senato sulla manovra economica. “In un contesto come questo, caratterizzato da rischi di natura estrema, le proiezioni economiche costituiscono un riferimento solo indicativo e che sviluppi drasticamente meno favorevoli di quelli prefigurati potrebbero realizzarsi a fronte di mutamenti repentini e imponderabili del contesto esterno”, ha permesso prima di entrare nel dettaglio. “Le disposizioni in materia di pagamenti in contante e l’introduzione di istituti che riducono l’onere tributario per i contribuenti non in regola rischiano di entrare in contrasto con la spinta alla modernizzazione del Paese che anima il Pnrr e con l’esigenza di continuare a ridurre l’evasione fiscale”, ha sottolineato. “Con riferimento agli oneri legati alle transazioni effettuate mediante strumenti di pagamento elettronici è opportuno ricordare che anche il contante ha costi legati alla sicurezza (come quelli connessi con furti, trasporto valori, assicurazione). Nostre stime relative al 2016 indicano che, per gli esercenti, il costo del contante in percentuale dell’importo della transazione è superiore a quello delle carte di debito e credito”.
Durante l’audizione si è parlato anche del reddito di cittadinanza, che prevede l’erogazione per i cosiddetti occupabili, che secondo i calcoli sono 660mila persona, per un massimo di 8 mesi su 12 nel 2023. Mentre dall’anno successivo si prevede l’eliminazione del sussidio. “L’introduzione del reddito di cittadinanza”, detto ancora Balassone, “ha rappresentato una tappa significativa nell’ammodernamento del welfare del nostro Paese. Una forma di reddito minimo a sostegno delle famiglie più bisognose è presente in tutti i Paesi dell’area dell’euro e in molti di essi presenta carattere di universalità. In questi anni il sussidio ha contributio dapprima a contenere gli effetti negativi dell’epidemia di Covid sul reddito disponibile delle famiglie più fragili e poi a sostenere il potere d’acquisto particolamente colpito dal recente shock inflazionistico. Secondo l’Inps, senza reddito, nel 2020, ci sarebbero stati un milione di individui poveri in più”. E allora, come per il M5s, tutti sul divano.
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