06 Agosto 2022
L’agenzia Moody’s ha deciso di portare le prospettive dell'Italia da stabile a negativo. Confermando il rating a Baa3. Le motivazioni sono le seguenti: "I rischi per il profilo creditizio dell’Italia sono aumentati di recente a causa dell’impatto economico dell’invasione dell’Ucraina da parte della Russia e degli sviluppi politici interni, che potrebbero avere implicazioni rilevanti per il merito di credito".
Una misura quella di Moody's che prende una posizione netta sull'operato dell'ultimo governo Draghi. Una decisione presa anche per i timori di un'inversione del ciclo macroeconomico abbastanza repentina, dato che il caro energia continua a gravare sulle spalle degli italiani. Un altro timore è quello relativo al Pnrr e dalle riforme che ne derivano. Ma da questo punto di vista arriva la precisazione di Michele Napolitano capo dei rating sovrani Europa Occidentale dell'agenzia Fitch.
Quest'ultimo certifica la non dipendenza del Pnrr sulla misura intrapresa che andrà avanti. Inoltre le nuove elezioni alle porte non influenzeranno la sua attuazione: "Il lavoro del governo Draghi era diventato difficile - e dunque meglio - elezioni anticipate di un governo paralizzato". "Pnrr e Next Gen Eu resteranno una priorità per qualsiasi governo, di qualsiasi colore", dato che "Lega e Forza Italia hanno sostenuto il governo Draghi per mesi ed è difficile immaginare che ne sconfesseranno le politiche".
Una nota del Mef (Ministero Economia e Finanze) replica alla decisione di Moody's apparsa "opinabile". "Pur in un momento di rallentamento congiunturale e di tensioni geopolitiche a livello internazionale, accompagnato dall’incertezza relativa alle elezioni politiche del 25 settembre, le condizioni economiche dell’Italia non giustificano tale orientamento". "L'elevato livello del debito pubblico italiano a confronto con altri paesi è già pienamente riflesso nel rating assegnato all'Italia da Moody's. Inoltre, il peggioramento delle aspettative economiche segnalato dalle indagini congiunturali di luglio accomuna tutte le economie avanzate."
"Riguardo ai fattori politici, le elezioni anticipate non costituiscono un'anomalia nel contesto delle democrazie europee. Restiamo fiduciosi che l'attuazione del PNRR, delle politiche di rilancio degli investimenti e dell'innovazione e della strategia di sicurezza energetica continuerà in modo spedito dopo le prossime elezioni".
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