01 Ottobre 2021
“Il mancato incontro tra domanda e offerta di lavoro pesa fino al 1,2% del Pil, ovvero un costo per il nostro Paese pari a circa 21 miliardi di euro. Come emerge dal rapporto Censis-Confcooperative, sono infatti oltre 233mila i profili professionali che mancano all’appello delle imprese". Spiega Paolo Capone, Segretario Generale dell’UGL, in merito al rapporto Censis-Confcooperative sul cosiddetto ‘mismatch’ tra domanda e offerta di lavoro nel nostro Paese.
"Un gap di competenze - continua - che occorre colmare quanto prima considerato che se le aziende fossero riuscite ad assumere il personale di cui avevano bisogno, nel 2021 il Pil sarebbe cresciuto del 7,1% con importanti ricadute per il tessuto economico e sociale. La crisi occupazionale acuita dalla pandemia e il preoccupante fenomeno dei 'Neet', impongono di invertire rotta rispetto alle politiche assistenziali e ai sussidi a pioggia del passato. Occorrono riforme strutturali in grado di favorire il 'matching' fra domanda e offerta di lavoro. In tal senso, rileva l’investimento nell’ambito del Pnrr di 4,4 miliardi di euro fino al 2025, destinati alla 'Garanzia occupabilità dei lavoratori' (Gol)".
Per il sindacalista: "Il programma Gol dovrà pertanto essere affiancato da misure di sistema volte a realizzare un maggiore coordinamento fra Anpal e i centri per l’impiego grazie anche un significativo potenziamento dell’organico a livello territoriale. E’ indispensabile, infine, promuovere una stretta cooperazione con i privati a partire dall’istruzione secondaria e terziaria al fine di garantire un allineamento delle competenze rispetto alle richieste delle imprese”, conclude Capone.
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