14 Ottobre 2025
«Definisci bambino» dà il titolo alla mostra fotografica dell’artista palestinese Sabrina Mukarker - curata da Stefania Pieralice con la presentazione critica di Daniele Radini Tedeschi. La rassegna sarà inaugurata a Roma il 20 Ottobre alle ore 18.00 per proseguire fino al 20 Novembre, nello Spazio Culturale Start che ospita esclusivamente progetti di finalità sociale (oltre a residenze d’artista) affermandosi nel panorama romano come recente centro di ricerca e nuovi linguaggi orientati all’inclusione, all’identità e al concetto di “margine”, inteso come luogo di resistenza e innovazione. Sarà presente Benedetta Paravia, Vice Presidente di A.N.G.E.L.S – Associazione Nazionale Giovani Energie Latrici di Solidarietà aps, che dal 2008 cura in Italia bimbi malati provenienti da Gaza in coordinamento con a Farnesina e con le Autorità israeliane e che ha organizzato l’arrivo in Italia della famiglia di una propria assistita, ora rifugiati politici in Italia da maggio 2025.
“Definisci bambino” è una frase inaccettabile - presa a prestito dalla cronaca dei tempi attuali- perché un bambino non si può definire ma soltanto proteggere.
Otto scatti esposti, di valore simbolico, insegnano a sognare nelle grandi prigioni, come sanno fare i bambini –qui di origini palestinesi. Otto foto colme di innocenza e meraviglia che spesso ritraggono i fanciulli davanti alla barriera di separazione israeliana (ossia il muro costruito da Israele in Cisgiordania, a partire dal 2002, inteso dallo Stato di Israele come mezzo di difesa dal terrorismo e sentito dai palestinesi come strumento di segregazione razziale).
“We don’t know borders” ritrae un fanciullo nell’atto di indicare un aquilone disegnato proprio sulla barriera di separazione, quell’aquilone lo porterà oltre i confini.
“Jerusalem, a shadow” rappresenta il sogno di un bimbo che vola, tanto che documenta una creatura aggrappata a cinque palloncini rossi, nell’atto di guardare in alto, per superare con quei palloncini il muro d’isolamento.
In un’altra foto è colta la piccola palestinese della comunità di Masafer Yatta che dorme placidamente in una grotta, dove i mezzi di sostentamento sono ridotti a zero; l’infante, privata della propria abitazione ormai bombardata, offre un esempio di resistenza agli orrori di ogni guerra.
Nel percorso espositivo c’è pure chi non può immaginare più, perché vittima della guerra. Lui è Mohammad Rizeq Salah, tredicenne colpito alla spina dorsale, il 22 Febbraio 2022, da un cecchino. Dopo aver perso una grande quantità di sangue, i soldati lo hanno svestito gettando il corpo dalla cima del muro di separazione. Il giorno seguente la salma è stata avvolta in un sacco di plastica, davanti agli occhi della famiglia che continua a riservargli un posto a tavola e ad aspettarlo di ritorno da scuola. La foto “Our friend Martyr” ritrae la classe di Mohammad, i suoi amichetti seduti ognuno dinanzi al proprio banco; un posto in prima fila, solo apparentemente vuoto, è per lui, raffigurato nella composizione attraverso un fotomontaggio.
"La mostra - afferma la curatrice Stefania Pieralice - anche ora che finalmente è stato firmato l'accordo di pace con il ritiro dell'occupazione israeliana e lo scambio di prigionieri, non perde il suo principale significato di essere un monito atemporale per tutti i popoli, secondo cui il diritto alla vita rimane alla base di ogni civiltà, un diritto naturale inalienabile che trascende ogni interesse politico, ogni nazionalismo, senza distinzione tra i figli della vita e quelli della morte".
Ad accompagnare il percorso espositivo la voce narrante dell’artista, in sottofondo, che condividerà con il pubblico una intensa testimonianza sul periodo della guerra.
L'ultimo giorno di esposizione, il 20 Novembre sarà la Giornata internazionale dei diritti dell'infanzia e dell'adolescenza, e nello spazio culturale si terrà, alle ore 18.00, un incontro per ribadire l'importanza della tutela dei diritti dei minori di tutto il mondo alla presenza del Dott. Roberto Cetera, giornalista e corrispondente per il Medio Oriente per il quotidiano della Santa Sede "L'Osservatore Romano" e per Vatican News Radio Vaticana con sede a Gerusalemme; Avv.to Alfredo Cirillo, cassazionista e Presidente dell'Associazione La Famiglia nel Diritto e nella Società; Mons. Lorenzo Spezia, Direttore Istituto Teologico di Assisi, Dott. Daniele Radini Tedeschi critico e storico dell'arte. La rassegna è inserita nel programma delle iniziative svolte sotto Rome Art Week.
“DEFINISCI BAMBINO”
Periodo espositivo: 20 Ottobre - 20 Novembre 2025
Inaugurazione: 20 Ottobre ore 18.00
Sede: Start, via Giuseppe Balzaretto 210, 00163 Roma
Orari di visita: Lun./Ven. ore 10-19 (aperto sabato 25)
Ingresso libero
UFFICIO STAMPA – Cristina Attinà cell. 392.6133227 email. cristiattina8@gmail.com
Biografia- ARTISTA Sabrina Mukarker
Nata nel 1989 a Betlemme, è una fotografa e artista visiva palestinese specializzata in fotografia per bambini. Sabrina è cresciuta a Beit Jala, in Palestina, centrali nella sua ricerca sono i temi della maternità, dell'infanzia e della cultura palestinese. Dal 2010 gestisce il suo studio fotografico, il primo in Palestina specializzato in fotografia di neonati. Nel corso della carriera ha ottenuto numerosi riconoscimenti per l’intensità degli scatti e per l’attenzione prestata alla narrazione attraverso le immagini. Sabrina ha vinto diversi premi, tra cui il secondo posto al concorso "Imagine Freedom" organizzato da "The Walled Off Hotel" (2023). È stata anche nominata "Artista dell'Anno" nel 2023 dalla Guest House "Dar Al Majus" di Betlemme. Nel 2017 ha conseguito il primo premio al concorso "Through Their Eyes - Women at Work". La fotografia di Sabrina affronta spesso le sfide affrontate dalle donne e dai bambini palestinesi a causa dell'occupazione israeliana. Che si tratti di catturare il miracolo di una nuova vita o i profondi legami tra le persone, il lavoro riflette la bellezza dell’esistenza, della cultura e della perseveranza del popolo palestinese. Al centro delle immagini c'è sempre una storia di resilienza: la vicenda di un popolo profondamente radicato nella propria terra, che mostra con coraggio la vita gravata da sfide e restrizioni. Molto spesso i soggetti delle foto, le donne palestinesi, assurgono a simbolo di forza e indipendenza, in grado di superare le difficoltà. Il muro e i posti di blocco fanno da sfondo alla loro realtà quotidiana. Sabrina ha partecipato a numerose mostre collettive e personali. Tra le esposizioni più importanti figurano rispettivamente le due personali di cui "SheRemembersذاكرة" in Italia (2025) e "The Occupation of Innocence" in Scozia (2023); una mostra speciale commemorativa della Nakba, al Parlamento scozzese (2023); la rassegna collettiva per il concorso "Karimeh Abbud" tenutasi presso l'Università Dar Al-Kalima (2018), dove la Nostra ha presentato il suo progetto "Jerusalem... a shadow". Nel corso degli anni è stata invitata ad esporre dai comuni di Beit Jala, Betlemme e dall'Università di Birzeit vantando anche partecipazioni internazionali in Germania e Scozia. Attualmente fa parte del consiglio di amministrazione del "Photographers for Palestine Network" in Scozia e nel mondo. È fondatrice del progetto artistico palestinese e solidale "Bokaj".
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