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Syd Barrett, nel documentario "Have you got it yet" parleranno i membri dei Floyd

Con interviste a Roger Waters, David Gilmour e Nick Mason, l'attesissimo documentario sull'enigmatico fondatore dei Pink Floyd esplorerà tutti i suoi volti, dalla creatività esuberante ai giorni atroci del tracollo mentale

21 Ottobre 2022

Syd Barrett, nel documentario "Have you got it yet" parleranno i membri dei Floyd

Lo sappiamo bene: i Pink Floyd piacciono a tutti. Ma ognuno ha il suo "Pink" preferito. C'è a chi piacciono i Floyd "classici", col suono etereo e immortale di Dark side of the moon Wish you were here. C'è chi preferisce il concept magniloquente di The Wall. Ma gli appassionati duri e puri impazziscono per i primissimi Floyd, gli sperimentatori eccentrici dei selvaggi anni 70' del rock psichedelico e sperimentale. Insomma, i Floyd di Syd Barrett: qui omaggiati in un bellissimo documentario di Roddy Bogawa, con interviste a tutti i membri della band.

Il documentario su Barrett: in collaborazione con lo storico grafico Storm Thorgerson

La storia di Barrett è la storia di un enigma: quella del tracollo, improvviso, misterioso e inspiegabile come la morte di Pan, di un ragazzo solare, eccentrico e geniale. Del suo ritiro nella solitudine, per più di quarant'anni; ma anche della sua creatività irresistibile che si esprimeva in improvvisazioni cosmiche senza compromessi in mezzo ai famigerati light show che facevano impazzire la Londra underground.

Il documentario si prefigge due obiettivi: da un lato, ricostruire proprio i giorni drammatici e devastanti della follia di Barrett. E lo fa facendo parlare i primi testimoni: i compagni di band. In particolare, il chitarrista David Gilmour, che di Barrett era amico d'infanzia e compagno di avventure. Nonché colui che gli subentrerà nei Floyd. Un tradimento reso necessario dallo stato mentale sempre più instabile di Barrett, ma il cui fantasma tormenterà per sempre i membri della band. Un senso di colpa - quello di, nonostante tutto, avere abbandonato Syd - che tenteranno di esorcizzare in ogni modo. Roger Waters lo farà attraverso il film The Wall, il cui protagonista Pink vive una follia simile a quella di Barrett.

Ma anche l'aspetto solare: quello di un artista che va ricordato non solo come vicenda tragica e romantica di un "diamante pazzo", ma soprattutto come artista geniale in anticipo assoluto sui tempi. I Floyd di Barrett erano molto lontani dal suono soffuso, etereo e incantevole dei Floyd "classici": erano quattro scalmanati dalla creatività incontenibile che si davano a improvvisazioni lunghe e selvagge, lunghe anche venti minuti, in cui evocavano con maestria e immaginazioni tanto i paradisi delle fiabe quanto gli abissi dello spazio (cosmico e interiore). Improvvisazioni dal vivo con luci psichedeliche, che interagivano continuamente coi suoni creando spettacoli multimediali allucinanti: tutti pensati e diretti da Barrett, che sotto la maschera del menestrello ingenuo, era anche un artista consumato

In questo sarà preziosa la collaborazione di Storm Thorgerson, grafico fondatore dello studio Hipgnosis, che fece la fortuna dei Floyd con le sue copertine rivoluzionarie. Solo lui potrà raccontare visualmente l'avventura lisergica che furono i primi Floyd, destinati a lasciare un marchio indelebile sul rock sperimentale.

Merita una nota anche la colonna sonora del documentario, che presenterà ben 50 brani del periodo, con numerosi ineditiversioni dal vivo di pezzi già noti, e che ci aiuteranno a cogliere la vivacità di quel momento storico, dal '68 al '72, che costituisce tutt'ora uno dei momenti più importanti della storia musicale del secolo.

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