19 Ottobre 2022
Una scoperta incredibile: il primo tentativo di descrivere completamente i cieli, ad opera di Ipparco, considerato da molti il più grande astronomo dell'antichità. Dopo secoli di ricerche, gli antichisti lo temevano perduto per sempre, invece le modalità del ritrovamento non potrebbe essere più sorprendente: la pergamena di un altro libro, originariamente sovrascritta da un altro scriba, ma ricostruita attraverso le tecnologie moderne di analisi multispettrale. Una storia che solo la carta può raccontare.
Non si tratta infatti di una mappa vera e propria, illustrata: questo genere di pensiero era sconosciuto alla civiltà classica, che era una "civiltà della parola" che svalutava i sensi (e dunque la grafica) a favore del ragionamento, e non conosceva dunque mappe illustrate pur avendo una idea precisa della geografia. Si tratta piuttosto di un elenco, provvisto di calcoli, coordinate e previsioni riguardanti le costellazioni, che permetteva dunque di ricostruire in modo efficace il cielo. Una mappa per la mente, prima che per gli occhi.
Quello di Ipparco è il primo tentativo in assoluto di fornire un catalogo così omnicomprensivo: da qui l'importanza storica incredibile, resa ancora più preziosa dal fatto che di Ipparco non ci è arrivato nulla, se non scarse citazioni. La storia della scoperta è incredibile: Peter Williams, studioso specializzato nelle Sacre Scritture, ha notato che un antico manoscritto siriaco (datato nel decimo secolo) presentava delle stranezze. Dopo l'analisi, è emerso che vi erano ancora tracce di scritture più antiche, velocemente tradotte da antichisti parigini: era il celebre catalogo perduto di Ipparco.
Quello che stupisce dell'opera di Ipparco è la sua straordinaria precisione: i suoi calcoli sono persino più precisi di astronomi seguenti, come Tolomeo. Risultati ancora più notevoli in virtù del fatto che Ipparco, come è ovvio, lavorava senza telescopio, fissando il cielo per lunghe ore con l'aiuto di strumenti molto rudimentali.
Ipparco, chiamato anche di Nicea o di Rodi, fu un grande astronomo e matematico vissuto tra il 190 a.C. e il 120 a.C. Ebbe un ruolo fondamentale nello studiare il fenomeno degli equinozi ed elaborò modelli molto precisi con cui spiegare il moto del sole e della luna. La precisione dei suoi calcoli rende non solo onore alla sua statura di genio, ma anche in generale al pensiero greco, che aveva raggiunto livelli incredibilmente precoci di scientificità.
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