19 Aprile 2022
Fonte: Instagram @carlatolomeo
Il filo che lega la fantasia creativa di Carla Tolomeo con quella vulcanica di Jorge Luis Borges è indubbiamente lo sposalizio di entrambi a quel concetto filosofico che abbraccia la speranza di un realismo e naturalismo per tutti noi che viene chiamato: “ realismo magico “. Entrambi sono riusciti a coniugare, una nelle sculture e nei dipinti e l’atro nei suoi racconti, idee metafisiche e filosofiche con il fantastico. Sono sogni che ci coinvolgono, ci abbracciano e ci regalano emozioni per l’anima.
DC: Nella tua esposizione di anni fa al Museo Quinquela Martin a Buenos Aires durante la conferenza stampa il Console Scognamiglio dell’Ambascia d’Italia disse che “ stiamo respirando in queste sale una metafisica che unisce due fantasie di due differenti rami dell’arte quelli di Borges e quella della Tolomeo “ che effetto ti fecero quelle parole ?
CT: Ricordo il momento e quelle parole, erano il coronamento di un progetto a lungo concepito e conservato nel fondo del mio cuore. In tedesco una parola significa la serie di sentimenti che ho sempre nutrito verso l’America del Sud, sentimenti coltivati attraverso lo studio e la conoscenza gli scrittori che mi hanno imprestato i mezzi per esprimermi. La parola è HEIMAT, significa paese natale ma anche famiglia, patria dell’Anima, quel misto di sensazioni profonde che ho nutrito in me pensando al Sudamerica. Quando mi hai invitata a lavorare prima a Buenos Aires e poi al Milagro, provincia di Salta, ho capito che ero “arrivata”. Lì sono nate le opere ispirate al Manual de Zoologia fantastica esposte al Quinquela, lì ho sentito la profonda coincidenza con il luogo, con il paesaggio, con la sua storia e la sua essenza.
DC: Il tuo intendere e vivere entro il Realismo Magico ti ha portato esperienze in molti luoghi del mondo ma in realtà quando abbandoni il tuo nido creativo milanese sei sempre più spesso in Paraguay, Uruguay od in Argentina: cosa ti regala il Sudamerica ?
CT: Credo di averti risposto, comunque il Sud delle Americhe mi regala una perenne e profonda nostalgia che credo di esprimere nel mio lavoro insieme alla mia inesauribile voglia di vivere
DC: Manual de Zoologia Fantastica è la tua coinvolgente esposizione che hai inaugurato da poco nel Museo Viani in Viareggio. Hai voluto che le tue opere omaggio a Borges siano volutamente esposte in due Musei entrambi dedicati a due grandi pittori del novecento che erano tutti e due stimolati da due mari differenti: Quinquela Martin dalla Boca il porto di Buenos Aires e Lorenzo Viani dal suo Tirreno ?
CT: In entrambi i casi qualcuno ha voluto per me, Tu in Argentina e La Galleria Contini a Viareggio, vorrei aggiungere che miei pezzi, ispirati a Borges, sono stati presentati al Museo Hermès di Parigi, al Museo Puskin a Mosca, al Museo Sheremetev di san Pietroburgo. E’ evidente che la suggestione nata dalle intuizioni semiserie di Borges colpisce e affascina che sa comprendere.
DC: Ceramiche, disegni, dipinti e le tue sedie fantastiche ormai famose in tutto il globo regalano a tutti noi viaggi in un mondo che spesso, purtroppo, una vita immersa in un contemporaneo caotico ed impersonale ci ha allontanato da una natura che tante emozioni potrebbe risvegliare in noi: quanto grande è la tua felicità nel saperci accompagnare per mano grazie a questa tua importante esposizione nel tuo Realismo Magico ?
CT: Grazie, sono quasi inconsapevole di saper dare quel che l’Arte dona a me. Se il mio lavoro riesce a esprimere e convogliare queste emozioni direi che ho raggiunto qualcosa di importante, non oso dire: lo scopo della mia vita.
DC: Le tue opere, il tuo creare è personalissimo, lasciami affermare direi unico nel panorama artistico internazionale, come è nata la tua prima sedia fantastica ?
CT: La prima in assoluto risale a una Mostra voluta da De Chirico per me alla Cà d’oro di Roma. La mostra aveva un titolo ,Metamorfosi, allora dipingevo e tutti i miei lavori esprimevano un momento di passaggio tra il reale e l’immaginato. In questo ambito, e rispondendo a un invito che mi sfidava a rendere “diversa” una sedia , avevo creato tre pezzi. La mostra aveva successo, ma i tre pezzi, due divanetti e una sedia passavano nel silenzio assoluto, anzi, il pubblico aveva una specie di riluttanza a prendere atto che qualcosa di nuovo era apparso. Era il 1976. Ho ripreso a costruire le mie Sedie nel 1997, questa volta il pubblico era maturo, hanno attraversato i continenti, le gallerie, i Musei, le case. Finalmente
DC: Terminata questa importante esposizione, non annoveriamo le tante, innumerevoli che sono state ospitate in ogni dove, accontenta la mia curiosità: la fantasia creativa di Carla Tolomeo dove e cosa sta pensando di nuovo ?
CT: Dopo Viareggio un grande evento a Milano, in occasione di Design Week, nel luogo prestigioso dove si coniuga l’arte con l’applicazione dell’arte, che è la mia reale direzione. Gisella Borioli mi ha invitata, mi dà uno spazio tutto per me in contemporanea a una mostra di donne designers. Ma io ho in più la componente dell’Arte. Formitalia è lo sponsor che ha sempre protetto i miei eventi dal 2002 e interviene anche in quest ‘occasione. Que màs? Direbbero a buenos Aires!!
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