Emanuela Orlandi, perquisita la villa dello zio Mario Meneguzzi, inquirenti: "Emersa pista che lo vede coinvolto nella sparizione della nipote"
La Procura di Roma inserisce per la prima volta lo zio Mario Meneguzzi tra le ipotesi investigative e perquisisce la villa di Torano. La famiglia parla di depistaggio
Nelle ultime ore è emersa la notizia che nel 2024 la villa dello zio di Emanuela Orlandi, Mario Meneguzzi, è stata perquisita dagli inquirenti della procura di Roma, che hanno definito l'operazione come l'esito di una "pista investigativa" con al centro proprio l'uomo.
Emanuela Orlandi, perquisita la villa dello zio Mario Meneguzzi, inquirenti: "Emersa pista che lo vede coinvolto nella sparizione della nipote"
La procura di Roma ha inserito per la prima volta il nome di Mario Meneguzzi, zio materno di Emanuela Orlandi, tra le ipotesi investigative sulla scomparsa della ragazza, avvenuta il 22 giugno 1983. Si tratta di un passaggio senza precedenti: il suo nome compare infatti in un decreto di perquisizione eseguito nell’aprile 2024, rimasto finora sconosciuto al pubblico, e che definisce Meneguzzi come un’ipotesi da verificare “ma non l’unica”.
La nuova linea investigativa nasce da “elementi recentemente portati all’attenzione della Procura”, che hanno spinto gli inquirenti a riesaminare l’intero impianto accusatorio, documenti e testimonianze fin dalle prime fasi dell’inchiesta. La pista familiare non era mai stata formalmente esclusa, ma non aveva mai assunto un peso giudiziario di questa portata.
Il decreto ha condotto alla perquisizione della villa di Meneguzzi a Torano, in provincia di Rieti, dove l’uomo dichiarò di trovarsi con la famiglia proprio il giorno della scomparsa di Emanuela. I carabinieri del nucleo investigativo hanno sequestrato materiale definito “interessante”, senza però fornire ulteriori dettagli sul contenuto.
La posizione di Meneguzzi è stata oggetto di discussione anche in passato: era stato lui, infatti, a gestire molte delle telefonate dei presunti rapitori alla famiglia Orlandi. Un ruolo che, secondo alcuni filoni investigativi, meriterebbe ulteriori approfondimenti. Ma la famiglia Orlandi respinge fermamente ogni sospetto: “Per me è un depistaggio”, ha dichiarato Pietro Orlandi, che ricorda come lo zio fosse un punto di riferimento nelle settimane successive alla scomparsa. Analoga la posizione del figlio di Meneguzzi, che ha parlato di “bugie” e di tentativi di infangare la famiglia.
Gli inquirenti sottolineano comunque che l’ipotesi Meneguzzi non esclude le altre piste storiche del caso. Parallelamente proseguono infatti approfondimenti su possibili legami con ambienti religiosi e su figure già emerse negli anni, come membri della Banda della Magliana o esponenti del Vaticano.